Omelia (13-07-2008)
don Roberto Rossi
Accogliere la Parola di Dio e farla fruttare

La parabola di questo seminatore, che è il Signore, che semina in maniera abbondante e il testo del profeta che abbiamo ascoltato ci aiutano in maniera molto precisa nella consapevolezza e nell'impegno di accogliere la Parola di Dio e di farla fruttare. Ci sono molti rischi e molte situazioni in cui la Parola di Dio non porta frutto, non per l'azione di Dio, che più abbondante di così non potrebbe essere, ma per le distrazioni, le superficialità, le tentazioni nostre.

Questa liturgia e le riflessioni sulla Parola di Dio ci fanno fare il punto della situazione del nostro cammino di vita cristiano, come individui, come famiglia, come parrocchia, come Chiesa universale.

Abbiamo vissuto un primo anno della Bibbia, dove abbiamo cercato di avere tutti il testo della Bibbia e di cominciare a leggerlo in maniera costante, ogni giorno. Ci prepariamo ad un secondo anno della Bibbia, con l'impegno di viverla nelle varie situazioni della nostra esistenza, cioè a portare frutto davanti al Signore e nell'amore del prossimo.

La Chiesa universale si preparare al Sinodo mondiale dei Vescovi che si terrà a Roma nel prossimo mese di ottobre e che avrà come tema proprio questo: "La Parola di Dio nella vita dei cristiani". In preparazione a questo già in questi mesi si stanno tenendo convegni, sessioni di studio, meetings, festivals, campi-scuola, esperienze di preghiera e di esercizi spirituali sulla Parola di Dio. Molte riviste cristiane approfondiscono questo stesso tema. Lo stesso anno dedicato a S. Paolo ci farà attenti alla missione e all'opera del grande apostolo al suo grande insegnamento che occupa tanta parte della Bibbia, nel Nuovo Testamento.

Anche per ciascuno di noi sarà molto utile pregare e vivere la Parola di Dio giorno per giorno, facendo emergere quella luce e quella forza potente che sprigiona soprattutto nelle situazioni più delicate della nostra vita, anche quando ci scruta e ci contesta in discorsi e in azioni che diamo "umanamente" come scontate e invece forse sono lontane dalla novità e dal senso profondo della Parola di Dio.

La Parola di Dio è Dio stesso che si rivela in questo segno. Essa partecipa della sua potenza: "Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata" (Isaia 55,10s, prima lettura).

Dopo i grandi documenti del Concilio Vaticano II, gli insegnamenti successivi, i numerosi interventi del magistero dei papi, si tratta di fare della Parola di Dio il respiro della mente e del cuore, per vivere in quella pienezza di grazia che il Signore ci offre continuamente.

Giovanni Paolo II così un giorno ebbe a dire: "La Parola del Signore deve essere prima di tutto vissuta. Essa deve penetrare in tutti gli spazi dove l'uomo vive e lavora. Affinché ciò possa avvenire, la Chiesa è chiamata a predicarla con forza e chiarezza, adoperando sia i mezzi tradizionali che quelli offerti dalle nuove tecnologie. Invito i pastori e i fedeli a fare della Bibbia il loro quotidiano nutrimento spirituale. Li esorto a meditare e pregare con le parola della Sacra Scrittura, che accanto all'Eucarestia, deve costituire il centro della vita ecclesiale e familiare. Soltanto così essi avranno sempre l'ispirazione e la forza divina, necessarie per rimanere fedeli a Cristo nella testimonianza al mondo". (31.5.2001)

E papa Benedetto XVI, rivolgendosi ai giovani ha scritto loro: "Cari giovani, vi esorto ad acquistare dimestichezza con la Bibbia, a tenerla a portata di mano, perché sia per voi come una bussola che indica la strada da seguire. Leggendola, imparerete a conoscere Cristo. La lettura, lo studio e la meditazione della Parola devono poi sfociare in una vita di coerente adesione a Cristo ed ai suoi insegnamenti.

Avverte San Giacomo: "Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la Parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s'è osservato, se ne va, e subito dimentica com'era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla" (1,22-25). Chi ascolta la parola di Dio e ad essa fa costante riferimento poggia la propria esistenza su un saldo fondamento. "Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica ? dice Gesù - è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia" (Mt 7,24): non cederà alle intemperie.

Costruire la vita su Cristo, accogliendone con gioia la parola e mettendone in pratica gli insegnamenti: ecco, giovani del terzo millennio, quale dev'essere il vostro programma! E' urgente che sorga una nuova generazione di apostoli radicati nella parola di Cristo, capaci di rispondere alle sfide del nostro tempo e pronti a diffondere dappertutto il Vangelo. Questo vi chiede il Signore, a questo vi invita la Chiesa, questo il mondo ? anche senza saperlo - attende da voi! E se Gesù vi chiama, non abbiate paura di rispondergli con generosità, specialmente quando vi propone di seguirlo nella vita consacrata o nella vita sacerdotale. Non abbiate paura; fidatevi di Lui e non resterete delusi" (9.4.2006. messaggio per la Giornata mondiale).