Omelia (07-09-2008) |
don Nazareno Galullo (giovani) |
Sei un "giovane vecchio" mica? Questo vangelo è duro. Duro alle orecchie di tanti, anche delle mie. Sì, perché tante volte, quando si tratta di correggere qualcuno penso che il primo che debba correggere sia proprio io. Sì, io sono il primo che ha bisogno di correzione fraterna. Ha bisogno di essere ammonito, guidato, indirizzato. Mi pongo spesso il problema: sono capace di dispormi in modo che l'altro mi possa correggere? Oppure sono invece così altezzoso che nessuno, per paura della mia reazione, osa correggermi? A parte questo dramma, che è il dramma di tanti, e che mi dice che l'umiltà è la sola cosa che può veramente farmi bene, chiedo a voi: voi vi lasciate correggere dagli altri? O avete paura? Paura di che? Ovviamente della verità. Ho fatto l'esperienza della verità, di quella fastidiosa, quando ero nel torto e, pur di non incontrare chi poteva "correggermi" ho cambiato strada. Ho fatto l'esperienza di dire la verità e sono stato trattato come uno straccio, sono stato anche emarginato e messo al bando. Ho fatto anche l'esperienza di chi ha accolto la correzione fraterna. Questa è stata la più bella: mi ha dato la gioia della vera amicizia e mi ha fatto capire che il Signore, dicendo le parole del vangelo di oggi, non ha fatto altro che mostrarci una via per una felicità immensa e duratura. Quando due amici si correggono vuol dire che si amano davvero. Chi non vuol lasciarsi correggere, vuol dire che ha tanto da nascondere, vuol dire che ama rimanere nel buio delle cose sbagliate che sta facendo, vuol dire che non vuol diventare un altro, non vuol essere migliore e diverso. Sì, perché ci sono anche persone che amano restare nella loro "cacca", che non vogliono essere "amati". Perché quando uno è disposto a correggere un amico, vuol dire che lo ama davvero. Se invece tu non dici mai niente all'amico, anche quando è evidente che sta sbagliando, e non gli dici niente perché hai paura di perderlo, allora diventi suo complice, allora non lo stai veramente amando, è allora che sei un puro egoista, che pensa al suo tornaconto personale. Tutto si risolve se c'è umiltà: è quella che ho notato manca, soprattutto nei giovani "moderni": sono tutti PRECISI, NON SBAGLIANO MAI, SE GLI DICI QUALCOSA TI AGGREDISCONO, SANNO TUTTO, HANNO TUTTO, NON PUOI DIRGLI MAI NIENTE! È questa l'umiltà che fa crescere? Tante volte sono triste, perché questa esperienza è continua, proprio qui, nel paese dove attualmente vivo: c'è molto orgoglio, moltissimo orgoglio. Se uno sbaglia, fa di tutto per allontanarti, sapendo che tu lo correggeresti. Peggio ancora, ci sono persone che fanno credere agli altri che chi ha sbagliato non sono loro, ma tu, tu che potresti dargli una mano, tu che li aiuteresti a migliorare, tu che fino all'altro ieri gli hai voluto solo bene. TANTI GIOVANI MODERNI sono solo dei VECCHI DENTRO, sono tanti PECORONI che fanno quel che fan tutti, pieni di superbia mascherata dai sorrisi stampati sul viso. Gesù a questi direbbe le stesse parole dette nel vangelo: se vi lasciate "slegare" su questa terra sarete "slegati" anche in cielo. La mia domanda è: MA I GIOVANI CI PENSANO CHE ESISTE UN CIELO? O sono immersi tutti nella terra, pensano solo al soddisfacimento delle cose della terra? Tu che leggi, come sei? SEI UN POCHINO RIVOLTO VERSO IL CIELO? A voi la risposta...a me la preghiera: perché i giovani ritornino giovani, facciano le cose belle che solo i giovani veri sanno fare, abbiano la forza della creatività e della fantasia e abbandonino i comportamenti stupidi e orgogliosi per ritrovare una vita di bene vero e di FELICITA' VERA. CIAO |