Omelia (30-05-2010) |
padre Antonio Rungi |
Un solo Dio in tre persone: un dialogo d'Amore Celebriamo oggi la Festa della Santissima Trinità, uno dei misteri principali della nostra fede cristiana e cattolica: un solo Dio, in tre persone, in dialogo d'amore. E' Gesù stesso lungo il suo cammino di evangelizzatore a catechizzare i suoi discepoli sul mistero del Dio uno e trino. Basta leggere tutti i testi dei vangeli e soprattutto quello di Giovanni che ci rendiamo perfettamente conto come Gesù abbia rivelato attraverso la sua persona e il suo messaggio la natura intima di Dio stesso e le relazioni intercorrenti all'interno della Trinità tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Anche il brano della celebrazione odierna tratto dal Vangelo di Giovanni ci immette in questo clima di rivelazione di un Dio uno e trino e di un Dio che ama e come tale è vicino all'umanità. Le è vicino nella creazione, ma soprattutto nella redenzione, quando Cristo, Figlio di Dio, offre per l'intera umanità la sua vita in riscatto dei nostri peccati. Padre, Figlio e Spirito Santo sono qui indicati in modo preciso e come tale sono piena e autentica rivelazione chi è Dio in se stesso e chi è Dio per noi. Nel brano della prima lettura di oggi tratto dal Libro dei Proverbi c'è l'identificazione della sapienza con la persona di Cristo: Egli è il Verbo Incarnato, Egli è la sapienza incarnata. Riflettendo sul mistero della salvezza, l'Apostolo delle Genti ci presenta nel brano di oggi tratto dalla lettera ai Romani la sintesi di un itinerario di perfezione nella carità, mediante la fede e sostenuti dalla speranza da cui non possiamo prescindere se vogliamo sinceramente camminare sulle strade di Dio e sulla strada della redenzione. Una strada che richiede coraggio, accettazione della prova, disponibilità alla volontà di Dio. Essere in Cristo significa seguire il maestro anche attraverso la difficile via del dolore e della sofferenza, delle prove e delle tribolazioni. E queste prove tribolazioni non mancano mai nella vita di nessuno. Oggi la liturgia ci fa celebrare questo primo mistero della fede, fondamento di tutti gli altri. La prima verità di fede che si apprende quando ci si prepara coscientemente al sacramento della Comunione, è che Dio è uno e trino. Uno nella natura, trino nelle persone. Noi, infatti, crediamo che Dio è Padre, è Figlio e Spirito Santo. Una sintesi efficace e chiara di questo mistero di fede, tra i più difficili da intendere razionalmente, la troviamo nel Prefazio della Messa della SS.Trinità, che riporto qui per meglio calarci nella riflessione: Padre santo, Dio di infinita potenza, tu con il tuo unico Figlio e con lo Spirito santo sei un solo Dio e un solo Signore, non nell'unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Quanto hai rivelato della tua gloria noi lo crediamo e, con la stessa fede, senza differenze, lo affermiamo del tuo unico Figlio e dello Spirito santo. Nel proclamare te Dio vero ed eterno noi adoriamo la Trinità delle Persone, l'unità della natura, l'uguaglianza nella maestà divina. Nel Catechismo della Chiesa cattolica viene sottolineato che "Il mistero della Santissima Trinità è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. È il mistero di Dio in se stesso. È quindi la sorgente di tutti gli altri misteri della fede; è la luce che li illumina. È l'insegnamento fondamentale ed essenziale nella «gerarchia delle verità» di fede. «Tutta la storia della salvezza è la storia del rivelarsi del Dio vero e unico: Padre, Figlio e Spirito Santo, il quale riconcilia e unisce a sé coloro che sono separati dal peccato». Ed aggiunge che "la Trinità è un mistero della fede in senso stretto, uno dei «misteri nascosti in Dio, che non possono essere conosciuti se non sono divinamente rivelati». Indubbiamente Dio ha lasciato tracce del suo essere trinitario nell'opera della creazione e nella sua rivelazione lungo il corso dell'Antico Testamento. Ma l'intimità del suo Essere come Trinità Santa costituisce un mistero inaccessibile alla sola ragione, come pure alla fede d'Israele, prima dell'incarnazione del Figlio di Dio e dell'invio dello Spirito Santo. Come allora intendere ed accogliere questo mistero nella nostra vita di credenti e come cercare di proporlo agli altri perché si accostino ad esso con il rispetto dovuto? Sempre dal catechismo leggiamo: "Il fine ultimo dell'intera economia divina è che tutte le creature entrino nell'unità perfetta della Beatissima Trinità. Ma fin d'ora siamo chiamati ad essere abitati dalla Santissima Trinità. Dice infatti il Signore: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23): «O mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi completamente, per stabilirmi in te, immobile e serena come se la mia anima fosse già nell'eternità; nulla possa turbare la mia pace né farmi uscire da te, o mio Immutabile, ma che ogni minuto mi porti più addentro nella profondità del tuo mistero! Pacifica la mia anima; fanne il tuo cielo, la tua dimora amata e il luogo del tuo riposo. Che io non ti lasci mai sola, ma che sia lì, con tutta me stessa, tutta vigile nella mia fede, tutta adorante, tutta offerta alla tua azione creatrice». Dunque, un solo Dio, una sola sostanza, in Tre Persone, ciascuna con le sue caratteristiche, a cui va la stess adorazione e la stessa lode. Meditiamo, lodiamo il mistero di Dio che è Amore, contempliamo questo mistero di unità nella diversità. Anche noi siamo chiamati a condividere questo mistero, perché Dio comunica anche a noi la sua vita, e siamo chiamati - in qualche modo - a riprodurre nella nostra esistenza questo mistero di Amore. Unità, ma anche diversità, pluralismo, accoglienza dell'altro e collaborazione con gli altri. Il modello trinitario riguarda la vita dei singoli, delle famiglie, delle parrocchie e della Chiesa. Sia questa la nostra preghiera di oggi: "Ti glorifichi, o Dio, la tua Chiesa, contemplando il mistero della tua sapienza con la quale hai creato e ordinato il mondo; tu che nel Figlio ci hai riconciliati e nello Spirito ci hai santificati, fa' che, nella pazienza e nella speranza, possiamo giungere alla piena conoscenza di te che sei amore, verità e vita". |