Omelia (27-06-2010) |
don Roberto Rossi |
Seguiamo il Signore nella libertà del cuore È facile condannare gli altri, invocare il «fuoco dal cielo» su quelli che giudichiamo responsabili dei mali più atroci del nostro tempo. È facile, e sembra quasi un dovere di chi si dice cristiano e ha criteri morali molto precisi ed esigenti: anzi, sembra quasi un servizio di verità, un obbligo per svegliare le coscienze addormentate e complici dei delitti quotidiani. È facile: ma Gesù «si voltò e rimproverò» i discepoli che chiedevano un fuoco dal cielo per consumare i cattivi che avevano rifiutato di accogliere Gesù nel loro territorio. Non è questa la dimensione cristiana. Anzi, Gesù è molto più esigente e non vuole illudere nessuno: mettersi alla sua sequela, voler essere suoi discepoli, non è una cosa facile e immediata, non è un mescolare Vangelo e sentimento, mentalità comune e parole sacre. A chi gli chiede di seguirlo, Gesù descrive in che cosa consiste essere con lui. Lui non ha nemmeno un luogo «dove posare il capo», nemmeno una tana né un nido: seguirlo comporta la medesima condizione, quella "povertà" che, se è una beatitudine, è anche una continuo impegni di ascesi. Bisogna lasciare «che i morti seppelliscano i morti» superando quelle dipendenze sentimentali che troppo spesso diventano schiavitù e frenano un amore genuino. È un insieme di condizioni che Gesù pone a chi vuole realmente essere suo seguace: dirsi "cristiano" nel senso più vero del termine, è la certezza che la nostra realtà è conosciuta meglio da Dio che non da noi, e solo seguendo le tracce che lui ci indica potremo capire chi siamo e come meglio sviluppare la nostra personalità e tutta la nostra vita. Sta qui la sfida della fede, e sta qui il coraggio di credere, l'impegno a scavalcare continuamente le nostre visuali e aprirci alle proposte di Dio. Questo è il fascino di una fede cristiana, è il fascino dei santi che hanno saputo affidarsi pienamente a Dio: questa è anche l'urgenza dei nostri giorni, perché c'è bisogno di cose forti, di fede vera, di novità chiara. Possiamo chiederci: noi cristiani di oggi, come siamo? In che misura riusciamo a incidere r a rinnovare la società? quali messaggi riescono a entrare nel pensiero comune, nella mentalità più diffusa? E' importante che la testimonianza cristiana non si diluisca in uno squallido conformismo: ancora oggi Gesù ci offre la sua proposta forte, profonda, innovatrice. |