Omelia (24-10-2010) |
don Carlo Occelli |
Senza maschere... "Chi sono io? Spesso mi dicono che esco dalla mia cella disteso, lieto e risoluto come un signore dal suo castello. Chi sono io? Spesso mi dicono che parlo alle guardie con libertà, affabilità e chiarezza come spettasse a me di comandare. Chi sono io? Anche mi dicono che sopporto i giorni del dolore imperturbabile, sorridente e fiero come chi è avvezzo alla vittoria. Sono io veramente ciò che gli altri dicono di me? O sono soltanto quale io mi conosco? Inquieto, pieno di nostalgia, malato come uccello in gabbia, bramoso di aria come mi strangolassero alla gola, affamato di colori, di fiori, di voci d'uccelli, assetato di parole buone, di compagnia tremante di collera davanti all'arbitrio e all'offesa più meschina, agitato per l'attesa di grandi cose, preoccupato e impotente per l'amico infinitamente lontano, stanco e vuoto nel pregare, nel pensare, nel creare, spossato e pronto a prendere congedo da ogni cosa? Chi sono io? Oggi sono uno, domani un altro? Sono tutt'e due insieme? Davanti agli uomini un simulatore e davanti a me uno spregevole vigliacco? Chi sono io? Questo porre domande da soli è derisione. Chiunque io sia, tu mi conosci, o Dio, io sono tuo! Ho condiviso questa conosciuta poesia e preghiera di Dietrich Bonhoeffer (pastore evangelico morto nel Campo di Flossemburg nell'aprile del 1944) perché mi pare interpreti bene questa pagina del vangelo. Con la parabola che oggi Gesù ci racconta, chiudiamo il cerchio di queste settimane in cui la nostra attenzione è stata focalizzata dal rapporto fede-preghiera. Tiriamo le fila e queste righe ci vengono in soccorso in modo preciso! Di fronte all'immagine del pubblicano e del fariseo siamo chiamati a non nasconderci. Ancora una volta Dio viene a noi con il desiderio di incontrarci senza maschere. Che fare? Rimango stupito di fronte all'autenticità di Bonhoeffer: perché dovrei barare di fronte a Dio? Perché continuare anche al suo cospetto a costruirmi un'immagine da favola? Siamo bravissimi a giustificare noi stessi, con mille e più scuse. Giustifichiamo la nostra scarsa carità, le nostre negligenze con i fratelli, il nostro poco tempo dedicato a Dio, il fatto di vivere in un sistema e in una società che ci impedirebbero di essere buoni come vorremmo... eccetera eccetera... Abbiamo vissuto in questa settimana trascorsa un tempo dedicato alla preghiera? Siamo riusciti a fermarci? Ogni giorno qualche minuto? Oppure no? Veramente vogliamo raccontarci la storiella che non abbiamo avuto tempo? Anche questa volta? No amico, no Carlo (che sono io) il problema non è il tempo: il problema è che nella preghiera sei obbligato ad essere te stesso, e questo ti fa paura! Forse per qualche scheletro nell'armadio, forse perché da tempo non ti guardi in faccia così proprio come sei... Anche quel pubblicano forse, in quel tempo, avrebbe potuto scegliere quella strada, la più comoda. Scappare, accampare scuse, non avere tempo, fermarsi a dire due preghiere o partecipare alla Messa... Ma non lo fece. Non si accontentò... E' vero, aveva di che farsi perdonare, indubbiamente. Poteva tuttavia cercare qualche scusa... ma non lo ha fatto! Il fariseo è veramente un uomo in gamba: non si accontenta neppure dello stretto necessario per essere un buon ebreo. No! Lui fa di più: digiuna due volte la settimana! E pagare la decima su tutto non è mica poco (pensa un attimo al tuo stipendio e vedi quanto è il 10%)! E loda Dio a gran voce! Ricordate che con il vangelo del lebbroso abbiamo sottolineato l'importanza del ringraziamento nella nostra fede. Ebbene, allora perché Gesù se la prende tanto con lui? E' un sant'uomo, così stimato dal parroco! Un ottimo sacerdote, così stimato dal vescovo... Perché Gesù?! Perché, semplicemente, non è vero!!! Non è autentico!! E in realtà ha un rapporto solo con se stesso, mica con il buon Dio! Ma fa il piacere! inizia certamente con il ringraziare il Signore, ma poi tutto è incentrato su se stesso e con il terribile paragonarsi agli altri! L'atteggiamento del fariseo ci pone di fronte a degli interrogativi tosti. Può esserci una vita religiosa senza fede? Posso essere religiosamente impeccabile, eppure lontano da Dio? Eccome!!! Si possono osservare le leggi e le pratiche di una religione e privare a Dio di entrare nella nostra bella costruzione! un bel paradosso, aero? Una religione... senza Dio... Nella storia del cristianesimo pullula di gente giusta, ligia alle regole, alle tante leggi (per lo meno in apparenza) eppure lontana da Dio!! Quante sono le persone che, nelle nostre parrocchie, la pensano come il fariseo: quella catechista... non ci sa fare... io invece... il parroco è un vecchio rimbambito... io invece... quelli della cantoria sono solo dei gran superbi... io invece... il parroco che c'era prima era in gamba... questo invece... Le parrocchie sono talvolta l'insieme di persone che si ritengono giuste... ma sarà proprio così? Quest'interrogativo però non riguarda gli altri parrocchiani, questo è il tranello del fariseo! Che cade nell'eterna tentazione di paragonarsi agli altri, ed ovviamente di sentirsi più degli altri!!! No, questo interrogativo lo vogliamo porre a noi! E tu? E io? Senti, amico nella fede, non bariamo, ok? Non ti è mai capitato di entrare in chiesa, vedere qualcuno, magari pensare "Eccolo quello là, viene tanto in chiesa ma poi fuori di qui si comporta come un delinquente?"... io invece... Io non sono solo luce: quando mi gongolo là dove ricevo dei complimenti e sotto sotto me li aspetto, quando guardo all'operato di altri apprezzandolo, ma sotto sotto io saprei fare di meglio, quando nella mia testa vengono dei pensieri che, se li potessi leggere negli altri mi si rivolterebbe lo stomaco e mi strapperei le vesti... ma io preferisco non ammetterlo... Perché non riconoscere che, almeno talvolta!, ciò che noi odiamo così tanto negli altri, convive anche nel nostro cuore e nel nostro agire? Perché pregare? Perché andare a Messa? Perché ascoltare questo vangelo? Per sentirci la coscienza a posto? Per essere bravi? Per essere considerati buoni cristiani? Basta tutto ciò a formare una fede? Forse no... se non preghiamo per incontrarci con Gesù, se non desideriamo lasciarci amare da colui che è l'Amore... se non ci abbandoniamo proprio così come siamo alla sua tenerezza... che rimane del cristianesimo, oltre un'enorme struttura religiosa? Coraggio fratelli!! Ritorniamo a lui, questa volta, con autenticità. Facciamoci vedere così come siamo. Senza veli, senza timori della nostra nudità. E torneremo a casa giustificati. E pieni di gioia! ... Gesù sei grande! |