Omelia (11-03-2012) |
padre Paul Devreux |
Oggi contempliamo Gesù che caccia i mercanti dal tempio. Questo gesto ci piace perché la nostra sensibilità ci dice che ciò che riguarda Dio e la religione deve essere gratuito. Ma il gesto di Gesù è molto più importante di quello che istintivamente pensiamo, perché cacciando i mercanti dal tempio fa saltare tutta una prassi religiosa che anche oggi, ogni volta che viene denunciata e cacciata fuori, in qualche modo rientra dalla finestra. Allora la gente offriva animali a Dio, pensando di farlo contento e cosi di meritarsi la grazia richiesta. Più l'animale era costoso, più pensavano di meritarsi la grazia. Oggi incontro spesso la stesa mentalità; non si offrono più animali ma offerte, sacrifici e penitenze. Più l'offerta o il sacrificio sono grossi, più si pensa di vincolare Dio e di poter pretendere la grazia. Infatti chi vive questo, quando poi la grazia non arriva o vede che le cose gli vanno male, si scandalizza e comincia a pensare che Dio è cattivo e ingiusto. Erano e sono tentativi di costringere Dio a fare quello che vogliamo noi, ma anche Dio ama la gratuità. Gesù viene a camminare in mezzo a noi e a servirci nella massima gratuità. Non ci chiede nulla e ci dice che il Padre sa già di cosa abbiamo bisogno. C'invita ad una nuova preghiera che non è più quella di chi chiede, ma quella di chi scopre di avere ricevuto molto e si limita a ringraziare; ma sopratutto c'invita a vivere della comunione e nella comunione con Lui. Gesù, sentendo l'ostilità, pensa alla sua passione e dice: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere"; ormai il Tempio è Lui, e noi siamo chiamati a vivere in questo Tempio. |