Omelia (05-08-2012) |
padre Ermes Ronchi |
Il pane del cielo donato dal Padre Nel Vangelo di domenica scorsa Gesù distribuiva il pane, oggi si distribuisce come pane, come un pane che si distrugge per dare vita: chi mangia di me non avrà fame, chi crede in me non avrà sete, mai! L'uomo nasce affamato, ed è la sua fortuna. Il bambino ha fame di sua madre che lo nutre di latte, di carezze e di sogni. Il giovane ha fame di amare e di essere amato. Gli sposi hanno fame l'uno dell'altra e poi di un frutto in cui si incarni il loro amore. E quando hai raggiunto tutto questo e dovresti sentirti appagato, a quel punto: ci hai fatti per te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te (sant'Agostino). C'è una fame più grande, fame di cielo, fame di Dio. Fame di amare e di essere amati, fame di felicità e di pace per noi e per gli altri. Fame di vita più grande, più intensa. Eterna. Ma tu, Gesù di Nazaret, che cosa porti? Grande domanda, la cui risposta è semplice e folgorante: come allora ha dato la manna, oggi ancora Dio dà. Due parole semplicissime eppure chiave di volta del Vangelo: Dio dà. Dio non chiede, Dio dà. Dio non pretende, Dio offre. Dio non esige nulla, dona tutto. Un verbo così semplice: dare, che racchiude il cuore di Dio. Dare, senza condizioni, senza un perché che non sia l'intimo bisogno di fecondare, far fiorire, fruttificare la vita. Poi la risposta si completa: ciò che il Padre dà è un pane che dà la vita al mondo. Uno dei vertici del Vangelo: ciò che dà pienezza alla vita del mondo è un pane dal cielo. La pienezza è un pezzo di Dio in noi. L'uomo è l'unica creatura che ha Dio nel sangue ( Vannucci), e nel respiro. Uno dei nomi più belli di Dio: Dio è nella vita datore di vita. Dalle sue mani la vita fluisce illimitata e inarrestabile. E la folla capisce e insieme a noi dice: Dacci sempre di questo pane. La domanda diventa supplica, comando: Dacci! Sempre! Gesù risponde con le parole decisive: sono io il pane della vita. Annuncia la sua pretesa assoluta: io posso colmare tutta la vostra vita. Io sono il divino che fa fiorire l'umano! Io sono un pane che contiene tutto ciò che serve a mantenere la vita: amore, senso, libertà, coraggio, pace, bellezza. Chi crede in me... Credere è come mangiare un pane, lo assaporo in bocca, lo faccio scendere nell'intimo, lo assimilo e si dirama per tutto l'essere, Gesù in me si trasforma in cuore, calore, energia, pensieri, sentimenti, canto. Il cristianesimo non è un corpo dottrinale, cui aggiungere sempre qualche nuova definizione dogmatica o etica, ma una vita divina da assimilare, una calda corrente d'amore da far entrare. Perché giunga a maturazione l'uomo celeste che è in noi, affinché sboccino amore e libertà, nel tempo e nell'eterno. |