Omelia (13-07-2014) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Commento su Is 55,10-11; Rm 8,18-23, Mt 13,1-23 Isaia 55, 10-11 In questa lettura il Profeta Isaia sottolinea come la Parola di Dio è comparata al ciclo naturale della pioggia e della neve. Questo processo nasce dall'evaporazione e dalla successiva formazione delle nuvole, che si tramutano in pioggia o neve e, scendendo, bagnano e rendono fertile la terra. Così è la Parola di Dio, è ciclo vitale e capace, scendendo dall'alto, di rendere fertile la nostra vita e di conseguenza rendere fertili altri aspetti della storia umana. L'acqua e la neve fungono da "messaggeri": dopo aver compiuto la loro primaria opera (quella di far germogliare i semi nel terreno) ritornano al cielo con l'evaporazione per ricominciare una nuova trasformazione. La Parola di Dio evita che l'esistenza umana si traduca in terreno secco e sterile: e, come il ciclo dell'acqua non può ricominciare se prima non ha compiuto ciò per cui è nato, così la parola del Signore non tornerà mai a Lui senza aver prima soddisfatto la propria missione. Romani 8, 18-23 Le sofferenze che patiamo su questa terra saranno ricompensate quando torneremo al Padre, sebbene la gloria che ci sarà rivelata è già in noi, ma ancora nascosta ai nostri occhi. La rivelazione è aspettativa di tutta la "creazione", intesa come tutto ciò che è stato creato, e che partecipa al cammino che il popolo dei credenti sta facendo verso la méta finale. Tutto ciò che è stato creato, però, è stato sottomesso dal peccato, dalla brama del potere, dall'egoismo umano, che ne hanno solo deteriorato, senza mutare, la loro natura. Questa sottomissione non è certamente opera di Dio ma opera del male, ed è l'uomo stesso che diventa "cattivo" nel momento in cui fa prevalere il male al bene. Tutto questo, però, è qualcosa di transitorio, e un giorno terminerà, e tutti i figli di Dio saranno liberati dal peso del peccato, raggiungendo la gloria celeste. Il passaggio dalla caducità delle cose terrene, del peccato, della cecità che spesso ci accompagna, alla redenzione e alla liberazione dal male, osserverà un percorso temporale personale, come del resto è personale la gestazione della donna. Matteo 13, 1-23 La parabola del seminatore ci mette nella condizione di credere a non disperare mai nella fede in Cristo e nella Sua Parola. Si sa che quando la Parola di Dio arriva ad un cuore puro, trova terreno fertile che darà germogli e frutti; che un cuore velato dal peccato è paragonabile ad un terreno pietroso ma che può essere bonificato, con il sacramento della confessione e del pentimento, e cominciare a dare frutti. Il cuore che non ascolta la Parola del Signore è un cuore freddo, arido, desolante come il deserto e che potrebbe farci pensare alla non possibilità di semina e di raccolto; ma non dobbiamo disperare, anzi, dobbiamo rafforzare la speranza che anche qui, con costanza di interventi e dando la stessa amorevole cura che si dà ad un bambino, qualcosa potrebbe cambiare. Revisione di vita - Quale gratificazione potrò avere dal mio impegno al servizio della Parola del Signore? - Nella nostra vita di coppia, siamo stati terreno fertile, pietroso o arido? - Quanto la Parola del Signore è stata seme, germoglio e frutto nella nostra vita di coppia? Esther e Claudio CPM di Pisa |