Omelia (12-09-2014) |
Movimento Apostolico - rito romano |
Può forse un cieco guidare un altro cieco? L'ipocrisia è il vero male incurabile dello spirito. Quando essa mette radici in un cuore, le sue ramificazioni sono così forti e potenti, da uccidere ogni verità in esso. Falsità, menzogna, grandi apparenze divengono i governatori dell'uomo. Si è nella totale cecità. È questo il frutto della superbia quando essa corrode l'anima di un uomo. Gesù da questo mondo di ipocrisia, falsità, menzogna, ricercata e costruita apparenza non ebbe un solo giorno di tregua. Questo mondo lo ha anche fatto appendere alla croce. Ogni uomo, per sua naturale vocazione all'amore, deve essere luce per l'altro, per tutti. Deve essere luce di sapienza, intelligenza, discernimento, verità, altissima moralità. Ogni uomo è chiamato a portare sollievo a quanti giacciono nell'ombra della morte spirituale e della falsità. Succede più di quanto non si pensi che si viva la vocazione ma da ipocriti, falsi, ciechi, bugiardi, mentitori, ingannatori. Dalle tenebre non si può diffondere luce. Dalla falsità non potrà mai nascere la purissima verità. Dalla superbia quale umiltà potrà mai venire? Dalla ipocrisia potrà forse venire fuori una sana e corretta moralità? Chi è nel fango non potrà parlare se non di sporcizia. Gesù lo dice con somma chiarezza. Un cieco non può guidare un altro cieco. Per aiutare l'altro si deve essere vedenti. Vede chi è nella luce dello Spirito Santo. Per questo si è obbligati a lasciarsi avvolgere dalla luce potente della verità e della più alta moralità. Solo allora saremo capaci di aiutare i nostri fratelli che vivono nella cecità del loro spirito e della loro anima. Dall'ipocrisia si può solo fomentare lo scandalo, si possono solo innalzare polveroni che noi chiamiamo verità. Invece altro non sono che letture falsificate della stessa realtà, visioni distorte di ciò che accade. Tanti sono oggi i ciechi nella verità e nella sana moralità che agitano le acque per far venire a galla scandali di ogni genere. Come l'acqua agitata subito dopo ristagna e quanto era invisibile ritorna ad essere visibile, così è per queste continue agitazioni. Si agita quello che noi crediamo sia marcio per gli altri, non per la salvezza degli altri, ma solo per coprire il nostro marcio che è molto più grande e copre aree molto più estese. Il discepolo di Gesù deve sempre ricordarsi che ogni sua parola è di purissima salvezza, redenzione, giustificazione, elevazione dei cuori presso Dio. Chi vuole assolvere la sua missione di vero salvatore e redentore di suoi fratelli, in Cristo, con Cristo, per Cristo, deve porre mano a purificare se stesso da ogni peccato, vizio, trasgressione. Deve togliere dal suo occhio la trave del male che gli impedisce di vedere bene per poter essere di vero aiuto per gli altri. Nessun cieco potrà mai pensare di divenire luce per gli altri. Nessun ipocrita potrà mai insegnare agli altri come si vive di purissima onestà. Dal disonesto mai potrà nascere ciò che è onesto. Dalle tenebre mai potrà apparire la luce. Il disonesto educa con la sua vita alla disonestà. Chi è nelle tenebre non porta nella luce, attrae in esse. Invece si pone mano alla bonifica del nostro cuore, del nostro spirito, della nostra anima, si toglie da essi qualsiasi cosa non è secondo la verità e la morale di Gesù Signore, si potrà essere in grado di sostenere il cammino spirituale dei fratelli. Chi non vede la trave che è dinanzi ai propri occhi, potrà vedere la pagliuzza che è nell'occhio del fratello? Saggezza impone che prima si purifichino i propri occhi e poi quelli degli altri. Un non santo mai potrà condurre alla santità. È verità eterna. Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci perfettamente veri. |