Omelia (23-11-2014) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Cristo che pu� tutto per amore �Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re�. Pilato lo interrog�: �Sei tu il re dei Giudei? Ges� rispose: Tu lo dici� (Lc 23, 2 - 3) Queste sono le accuse rivolte dai Giudei a Pilato quando a Questi si rivolgono per chiedere la pena capitale su Ges�: si era proclamato re, rendendosi anche Dio. Inoltre aveva a dir loro "minacciato" la distruzione del tempio di Gerusalemme. Ges� si definisce effettivamente il Re universale, eppure, secondo quanto afferma Giovanni, aveva rifuggito la possibilit� che qualcuno lo facesse "re" appositamente (Gv 6, 5) e ricusava anzi di adottare le tipologie di governo e di dominio proprie dell'esperienza umana e terrena: non che ripudiasse gli statuti vigenti e i sistemi di legiferazione e di politica alle quali anzi si mostrava sottomesso, ma nella sua concezione il "regnare" doveva assumere caratteristiche ben differenti da quelle da noi immaginate. Sempre a Pilato che lo interroga, Ges� risponde: "Il mio regno non � di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perch� non fossi consegnato ai Giudei." (Gv 18, 37 - 38) Il suo Regno infatti comportava la triste condizione di doversi trovare condannato e deprezzato dagli uomini, e non certo esaltato. Il "Regno non di questo mondo" comporta infatti immolazione, sacrificio, persecuzione e perfino la condanna da parte dei suoi sudditi, perch� comporta la proclamazione di una Novella universale di salvezza fondata sull'amore. Dare la vita per tutti non disdegnando le amarezze della tortura, del flagello, degli insulti e anche della morte sul patibolo, queste sono le caratteristiche del Regno che Dio in Cristo � venuto ad instaurare, che si configura come una dimensione di servizio e di abnegazione a vantaggio soprattutto dei poveri, degli ammalati e degli oppressi. Nel chinarsi sugli ammalati, nel guarire i lebbrosi con la semplicit� del gesto di una carezza, nel recuperare la vista ai ciechi e nell'esaltare i poveri come primi fra tutti i "beati", Ges� si rende servitore dell'uomo ed esercita un governo fondato sulla giustizia universale, la pace, l'amore, la concordia, che possa instaurarsi non gi� per mezzo della lettera morta dei codici e delle leggi ma nella costruzione interiore dell'individuo raggiunto dalla redenzione di Dio. Cristo � re in quanto Dio e Signore sotto il quale ogni cosa si ricapitola e verso il quale convergono tutti gli elementi cosmici, essendo egli l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine di ogni cosa e trovandosi al centro della creazione; a Lui spetta effettivamente l'assoluto dominio sulle cose che il Padre gli ha sottomesso. "Troni, Dominazioni, Principi e Potest�, tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui"(Col 1, 18) che � a capo e all'origine di ogni cosa e tutto si assoggetta a lui inesorabilmente. L'icona possente del Cristo Pantocrator nel Duomo di Monreale suggerisce la dinamicit� di Cristo come un Dio onnipotente, avente il dominio indiscusso su tutto il creato e facolt� di intervento su ogni cosa: Cristo che pu� tutto sul cosmo. Tuttavia la potest� regale di Cristo � ben lontana dall'imposizione e dalla coscrizione come pure dai profitti e dai vantaggi che un esercizio umano di autorit� pu� comportare. E' una regalit� di amore, di comunione in senso verticale (con il Padre) e in senso orizzontale (con i fratelli), di riconciliazione e di condivisione, di cui rendono testimonianza la concretezza delle opere di misericordia e la profondit� degli insegnamenti parabolici e che costituisce la motivazione fondamentale di ogni potere terreno. L'onnipotenza di Cristo si lega insomma all'amore da lui spasimato per l'umanit�, che si esprima sopratutto nell'estrema autoconsegna della croce. Anche noi siamo chiamati a partecipare di questa regalit� di Cristo e come afferma San Paolo siamo anche introdotti nello stesso regno come regnanti insieme a lui nella costruzione di un societ� pi� lineare e coerente in fatto di giustizia e di dignit�. La tirannia e la sopraffazione in un sistema di governo comportano necessariamente la disfatta di coloro da cui vengono esercitate; la sproporzionata vessazione soprattutto del popolo umile e oppresso non pu� che condurre a sanguinose rivolte e disanimi esacerbanti da parte di quanti vi sono costretti. La democrazia, cio� la partecipazione del popolo alla vita politica e alla gestione della cosa pubblica � esaltante quando non si trasformi in demagogia o non degeneri nel caos e nel disordine generale per la volont� di pochi; ma � soprattutto il conseguimento degli interessi di tutti i cittadini il vero obiettivo di qualsiasi governo che si rispetti. La dedizione costante ai sudditi, la promozione dei diritti dei poveri e degli abbandonati, la tutela dei deboli e dei bisognosi sono il costitutivo di un vero sistema di governo fondato sul servizio, quale dovrebbe effettivamente caratterizzarsi. Regnare insomma � servire e la morte di Cristo sulla croce definisce l'indubbia concretezza del servizio perch� � massima espressione dell'Amore con cui Dio si prodiga per l'uomo. |