Omelia (24-01-2016)

mons. Antonio Riboldi

Lo Spirito del Signore � sopra di me

Il Vangelo di oggi ci descrive la prima comparsa in pubblico di Ges�, la sua prima ?predica', proprio a Nazareth, sua citt� natale. Ges� ha forse voluto scegliere, tra tutto il popolo eletto che era venuto a salvare, il pulpito pi� ?povero': s�, perch� Nazareth era considerata allora dai Giudei la citt� pi� ignorante, non solo, ma pi� lontana da Dio fino a sfiorare l'ateismo; tale da non meritare nessuna stima, ma solo disprezzo. Ma � proprio di Ges� partire dalla povert�, perch� questa non impedisca lo splendore delle opere del Padre. Racconta Luca: "Ges� ritorn� in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Si rec� a Nazareth, dove era stato allevato ed entr�, secondo il suo solito, di sabato, nella sinagoga e si alz� a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia. Apertolo, trov� il passo dove era scritto: ?Lo Spirito del Signore � sopra di me: per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato ad annunciare ai poveri il lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libert� gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore'. Poi arrotol� il volume, lo consegn� all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi su di lui. Allora egli cominci� a dire: ?Oggi si � adempiuta la Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". (Lc. 4, 14-21)
Ecco il segreto di Ges�, che poi � il segreto di tutta la Chiesa nell'annunziare il lieto messaggio ai poveri: avere coscienza della pienezza dello Spirito Santo che accompagna e rende viva la parola annunciata. Oggi siamo in tanti a parlare, a fare. Ma, spesso, nei migliori dei casi, si ha l'impressione di ?battere l'aria' senza lasciare una traccia di verit�, di serenit�, di ?buona novella' insomma. Eppure, come Ges�, i suoi discepoli, la sua Chiesa, in virt� del battesimo e della confermazione hanno non solo la missione, ma soprattutto l'ispirazione, data dalla presenza dello Spirito, per rendere viva la parola, ma solo se � accompagnata dalla testimonianza, che altro non � che affermare: ?Ci� che dico � vero, perch� lo vivo, o almeno mi sforzo di viverlo!'.
Essere cristiani non � solo un modo di dire, ma un modo di vivere la fede, che si esprime nel come pensiamo, come parliamo, come ci comportiamo, insomma nel come ?viviamo Cristo', sotto l'azione dello Spirito, perch�, come ha affermato Papa Francesco: ?Lo Spirito Santo nel Battesimo cristiano � l'artefice principale: � Colui che... ci trasferisce nel regno della luce, cio� dell'amore, della verit� e della pace.... La realt� stupenda di essere figli di Dio comporta la responsabilit� di seguire Ges�, il Servo obbediente, e riprodurre in noi stessi i suoi lineamenti: cio� mansuetudine, umilt�, tenerezza. E questo non � facile, specialmente se intorno a noi c'� tanta intolleranza, superbia, durezza. Ma con la forza che ci viene dallo Spirito Santo � possibile!... Lo Spirito spinge la nostra vita sul sentiero impegnativo ma gioioso della carit� e della solidariet� verso i nostri fratelli. Lo Spirito ci dona la tenerezza del perdono divino e ci pervade con la forza invincibile della misericordia del Padre. Non dimentichiamo che lo Spirito Santo � una presenza viva e vivificante in chi lo accoglie, prega in noi e ci riempie di gioia spirituale.'
Occorre, dunque, prendere coscienza che non possiamo pi� essere cristiani di ?facciata', ma dobbiamo diventare cristiani ?vivi', che, dove sono, operano ?ispirati', ossia mossi dallo Spirito Santo.
� difficile? S�, ma possibile per la forza dello Spirito che ci guida e necessario se vogliamo ?realizzare' noi stessi ed aiutare gli altri, crescendo insieme nella fede e nella santit�.
Non � pi� tempo - e sono certo che voi, che siete ?di buona volont�', siate d'accordo - di ?segni senza significato', ma � tempo di presenze che tornino ad essere ?sale della terra e luce del mondo'.
Possiamo facilmente immaginare lo stupore dell'assemblea di Nazareth nel sentire che la profezia di Isaia si ?incarnava' in quel giovane, Ges�, che loro da sempre conoscevano come ?il figlio del falegname'. E ancor pi� stupefacente - in quell'epoca, simile alla nostra, dove i deboli erano emarginati, privi di ogni diritto, come non avessero posto nel cuore dei fratelli,- era l'affermazione:'Mi ha mandato ad annunciare ai poveri il lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libert� gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore'.
� lo stesso problema e necessit� che si pone anche oggi.
Basta avere uno sguardo illuminato dallo Spirito, per vedere come il mondo sia diviso in chi si realizza e conta e in chi � messo al bando senza piet�. Una divisione che non � solo bestemmia alla giustizia umana e divina, ma � sempre sorgente di guerre aperte e sotterranee.
Ma la Chiesa - noi, che ci diciamo Chiesa - dobbiamo sentire rivolto a noi, quell' OGGI si � adempiuta la salvezza': � un ?oggi' che non ha una valenza cronologica, ma salvifica. � il nostro presente, in cui, con la venuta di Ges�, avendo lo sguardo fisso su di lui, come unico punto di riferimento per le scelte della nostra vita, possiamo conoscere e imparare ad amare Dio, in Lui resosi visibile, aprendoci ai fratelli, soprattutto i pi� deboli, che sono ?la Sua carne'
Per grazia di Dio, tanti, in tanti modi, questo ?oggi' lo stanno gi� attuando nelle innumerevoli forme della carit�, animata dallo Spirito Santo.
Paolo, scrivendo ai Corinzi, ci viene incontro, dando una risposta alla nostra domanda: Come possiamo noi cristiani realizzare quell'OGGI di Ges�?
"Fratelli, come il corpo, pur essendo uno, ha molte membra, e tutte le membra pur essendo molte sono un solo corpo, cos� anche Cristo. E in realt� noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo... Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro � onorato, tutte le membra gioiscono con lui. ORA VOI SIETE CORPO DI CRISTO E SUE MEMBRA, CIASCUNA PER LA SUA PARTE.... (Ef. 12, 12-31)
Con una chiarezza davvero incredibile, Paolo descrive i carismi di ciascuno. E ce ne sono tanti, che si adattano alle varie necessit� di una Chiesa che vuole essere tutta missionaria, non lasciando alcuno con le mani in mano! Si tratta qui di tutti i carismi, anche gli apparentemente pi� ?semplici', legati alle realt� dove siamo e per ci� che facciamo. Nel piano di carit� e di salvezza, che Dio ha disposto per tutti, ha fatto in modo che ciascuno, senza eccezioni, sia costruttore. Dai genitori agli educatori, ad ogni fedele. C'� davvero posto e necessit� che tutti, ma proprio tutti, ciascuno con il suo carisma, mettiamo mano all'edificazione del Regno di Dio e, quindi, ad un mondo pi� giusto, pi� bello.
Non � ammesso il disimpegno, perch� sarebbe come fare mancare il nostro necessario apporto, creando un ?vuoto' nell'edificazione del Regno e nella comunit�.
Forse qualcuno, leggendo queste mie riflessioni, si � chiesto: ?Ma cos'�, di fatto, un carisma? Qual � il mio? Cosa posso farne?'. Lascio che risponda Papa Francesco:
Nel linguaggio comune, quando si parla di "carisma", si intende spesso un talento, un'abilit� naturale.... Nella prospettiva cristiana, il carisma � ben pi� di una qualit� personale, di una predisposizione di cui si pu� essere dotati: il carisma � una grazia, un dono elargito da Dio Padre, attraverso l'azione dello Spirito Santo. Ed � un dono che viene dato a qualcuno non perch� sia pi� bravo degli altri o perch� se lo sia meritato: � un regalo che Dio gli fa, perch� con la stessa gratuit� e lo stesso amore lo possa mettere a servizio dell'intera comunit�, per il bene di tutti. Parlando in modo un po' umano, si dice cos�: "Dio d� questa qualit� a questa persona, ma non per s�, perch� sia al servizio di tutta la comunit�". Prima di arrivare in piazza ho ricevuto tanti bambini disabili nell'aula Paolo VI. Ce n'erano tanti con un'Associazione che si dedica alla cura di questi bambini. Che cosa �? Quest'Associazione, queste persone, questi uomini e queste donne, hanno il carisma di curare i bambini disabili. Questo � un carisma! Una cosa importante che va subito sottolineata � il fatto che uno non pu� capire da solo se ha un carisma, e quale. Tante volte noi abbiamo sentito persone che dicono: "Io ho questa qualit�, io so cantare benissimo". E nessuno ha il coraggio di dire: "� meglio che stai zitto, perch� ci tormenti tutti quando canti!". Nessuno pu� dire: "Io ho questo carisma". � all'interno della comunit� che sbocciano e fioriscono i doni di cui ci ricolma il Padre; ed � in seno alla comunit� che si impara a riconoscerli come un segno del suo amore per tutti i suoi figli. Ognuno di noi, allora, � bene che si domandi: "C'� qualche carisma che il Signore ha fatto sorgere in me, nella grazia del suo Spirito, e che i miei fratelli, nella comunit� cristiana, hanno riconosciuto e incoraggiato? E come mi comporto io riguardo a questo dono: lo vivo con generosit�, mettendolo a servizio di tutti, oppure lo trascuro e finisco per dimenticarmene? O magari diventa in me motivo di orgoglio, tanto da lamentarmi sempre degli altri e da pretendere che nella comunit� si faccia a modo mio?". Sono domande che noi dobbiamo porci... E l'esperienza pi� bella, poi, � scoprire di quanti carismi diversi e di quanti doni del suo Spirito il Padre ricolma la sua Chiesa!... Questo vuol dire che nella comunit� cristiana abbiamo bisogno l'uno dell'altro, e ogni dono ricevuto si attua pienamente quando viene condiviso con i fratelli, per il bene di tutti. Questa � la Chiesa! E quando la Chiesa, nella variet� dei suoi carismi, si esprime in comunione, non pu� sbagliare: � la bellezza e la forza del sensus fidei, di quel senso soprannaturale della fede, che viene donato dallo Spirito Santo affinch�, insieme, possiamo tutti entrare nel cuore del Vangelo e imparare a seguire Ges� nella nostra vita."
Buona ricerca dunque e il Signore guidi i vostri passi e i vostri cuori, l� dove siete, con i compagni di fede che vi ha messo accanto!