Omelia (23-08-2016)
Movimento Apostolico - rito romano
Filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!

La Scrittura Santa si compone di norme morali e rituali. Tutto ciò che è rituale, si compie nella possibilità del singolo. Non è di obbligo assoluto. Quanto invece è norma morale obbliga sempre, senza alcuna deroga o discrezionalità. Se uno produce mente, è cosa buona pagare anche su di essa la decima, non però come norma rituale, ma trasformandola in norma morale, cioè in aiuto concreto a quanti curavano il servizio nel tempio del Signore. Come purissimo atto di amore, misericordia. Sempre è gradita al Signore la norma rituale quando viene vissuta nella più alta carità. Ma tutto deve essere trasformato in carità, perché il Signore gradisce solo il nostro amore.
Dinanzi alla norma morale l'obbligo è per tutti, sempre. I Comandamenti non sono lasciati alla coscienza, alla scienza, alla volontà del singolo. Essi vanno osservati sempre, in ogni momento e circostanza. Non vi sono motivi per la loro trasgressione. A meno che i motivi per alcuni comandamenti - e solo per il quinto - non vengano dati dal Signore. Sappiamo però che anche per il quinto comandamento ogni motivazione per uccidere è stata abolita dal Signore. Il Vangelo chiede di dare la vita anziché toglierla. I farisei spesso annullavano il comandamento dell'amore, della giustizia, della verità, della compassione, ma rimanevano ligi e fermi su certe leggi rituali.
Gesù illumina la coscienza affermando che l'una e l'altra legge va osservata. Osservare la legge rituale omettendo la legge morale: la giustizia, la misericordia e la fedeltà, è cosa inutile. Osservata la legge morale vi è anche spazio per osservare la legge rituale. Quando nel cuore abita la sana moralità, si osserva anche secondo verità divina la legge rituale perché anche questa legge viene trasformata in norma di purissima carità e amore verso Dio e verso i fratelli. Non si può avere lo scrupolo per aver violato il digiuno per un cibo preso per necessità e poi avere la coscienza lassa dinanzi ad aborti, adulteri, divorzi, disonestà ad ogni livello, corruzione e malaffare.
La religione dei farisei è senza alcuna vera morale. È fatta di prescrizioni rituali esterne che lasciano il cuore pieno di putridume e di iniquità. Vi era in essi la cura della lapide esterna, mentre essi si concedevano ogni trasgressione e ogni manomissione dei comandamenti del Padre celeste. È evidente che questa loro religione non può sopportare Cristo Signore, la cui religione era fondata sulla purissima obbedienza non alla tradizione degli antichi e alla pulitura di una ritualità senza vita, bensì ad ogni Parola uscita dalla bocca di Dio, Parola che Lui non è venuto ad abolire, ma per dare compimento. La religione di Gesù è purissima fede, cioè ascolto della voce del Signore, trasformazione in vita di ogni suo comandamento, legge, statuto. Siamo in due mondi totalmente differenti, con due regni che si costruiscono anch'essi diversi.
I farisei costruiscono il regno del principe di questo mondo, perché nulla fanno per sottrarsi alla schiavitù delle opere secondo la carne. Gesù invece è tutto intento all'edificazione del regno del Padre suo che è liberazione da ogni male, ingiustizia, falsità, menzogna, idolatria, immoralità. Gesù dichiara non solo nulla la religione dei farisei, quanto anche peccaminosa. La dichiara vera sorgente di immoralità e di idolatria. Questa religione è fondata non sul culto di Dio, ma della propria persona. Farisei e scribi erano cercatori di gloria umana, non certo a servizio della gloria di Dio. Quando il peccato abita nel cuore, sempre si trasforma la religione in un apparato esteriore, bellissimo, luccicante, spettacolare, ma senza cuore, senza anima, senza spirito rivolti verso il Signore. Si è privi di ogni obbedienza alla sua voce.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci dalla religione vana.