Omelia (21-08-2005) |
Comunità Missionaria Villaregia (giovani) |
Voi chi dite che io sia? Il Vangelo di questa domenica si apre con una domanda di Gesù: "LA GENTE CHI DICE CHE SIA IL FIGLIO DELL'UOMO?" Gli apostoli si sentono subito rimandati agli spazi dell'inchiesta e dei sondaggi, tanto di moda oggi. E quante risposte avrebbero potuto raccogliere in questi nostri anni nei quali libri, giornali, trasmissioni televisive, laboratori, sondaggi, hanno cercato di scandagliare il sentire comune per comprendere dove si pone l'uomo in riferimento a Cristo. L'uomo di tutti i tempi, al di là del suo credo, ha un unico punto di riferimento: CRISTO. La storia, dalla venuta di CRISTO, ha iniziato a contare i suoi giorni; da quel fatto storico, non solo religioso, l'uomo ha dato inizio a una nuova storia, la storia prima di Cristo e la storia dopo Cristo, la storia con Cristo. CRISTO è il punto fermo, di riferimento per tutta l'umanità, di tutti i tempi. Ogni fatto storico si colloca a partire da quella data, prima o dopo Cristo. Ma dopo che gli Apostoli rispondono su ciò che la gente dice di lui, Gesù pone un'altra domanda: "E VOI CHI DITE CHE IO SIA?". Gesù non si accontenta di sapere quello che gli altri dicono di lui, con la seconda domanda interpella direttamente gli apostoli, con questa domanda spinge gli apostoli a uscire allo scoperto. ? Tu, Pietro, impulsivo e presuntuoso, vigliacco e generoso... chi sono per te? ? Tu, Andrea, fratello di Pietro, più dimesso e meno in vista... chi sono per te? ? E voi, Giacomo e Giovanni, i due figli irascibili di Zebedeo che proprio per questo siete chiamati "figli del tuono?"... chi è per voi Gesù? ? E tu, Tommaso, lo scettico,... chi è per te Gesù? E' chiaro, il cerchio si è andato chiudendo e tutti ci si trova di fronte alla necessità di qualificare il proprio rapporto con Cristo. Questa domanda, non conosce retoriche, invita a una risposta chiara, invita a leggersi nel più profondo di se stessi, non ci si può imbrogliare sulla risposta. La risposta coinvolge tutta la propria persona. In tutte e tre i Vangeli Sinottici, è sempre Gesù che interroga: nel momento stesso in cui si fa oggetto della domanda, egli resta il soggetto, perché è lui l'interrogante. La riflessione su Cristo, a qualunque livello si ponga, se intende adeguarsi alla realtà di Gesù, deve capovolgere l'ordine consueto di una ricerca. E questo si impone con una verità: il cuore della riflessione e della fede cristiana non è un "oggetto", una "dottrina", una "formula", ma il Vivente, che provoca e inquieta e, come si vede dal seguito del racconto, non si lascia catturare dagli schemi che gli si vorrebbero applicare. Egli vuole una risposta che impegni in prima persona: non si può rispondere per sentito dire. Ognuno a questa domanda deve rispondere con la sua esperienza di Cristo. Avere a che fare con lui non è un evento innocuo o marginale: deve coinvolgere tutta la persona. Lo sa bene il grande Inquisitore di Dostoevskij: "Sei tu, sei tu?... Non rispondere, taci. E che potresti dire? So troppo bene quel che puoi dire. Del resto, non hai il diritto di aggiungere nulla a quello che tu già dicesti una volta. Perché sei venuto a disturbarci? Sei venuto infatti a disturbarci, lo sai anche tu..." Cercare il suo volto significa lasciarsi disturbare, uscire dalle tranquille certezze degli equilibri che non compromettono, fare una scelta di campo, dare e provare scandalo. La fede in Cristo è coinvolgimento, passione, mente e cuore che vibrano fortemente nel tentativo di una risposta autentica all'interrogativo del Cristo, che impegna tutta la vita. Vittorio Messori, ha rivolto qualche anno fa a Giovanni Paolo II una domanda più o meno simile, che così ha risposto: "Perché Gesù non potrebbe essere soltanto un saggio, come Socrate? O un profeta, come Maometto? O un illuminato, come Budda? E' davvero possibile sostenere ancora la certezza inaudita che questo oscuro ebreo condannato a morte in un'oscura provincia sia il Figlio di Dio, della stessa natura del Padre? Questa pretesa cristiana non ha paralleli, per la sua radicalità, in alcun'altra credenza religiosa". "... Cristo è assolutamente originale, unico e irrepetibile!... Tutto il mondo degli uomini, tutta la storia dell'umanità trova in Lui la sua espressione davanti a Dio. E non davanti a un Dio lontano, irraggiungibile, ma davanti a un Dio che è in Lui: anzi, che è Lui stesso. Questo non c'è in alcuna altra religione, né tanto meno, in una qualche filosofia. Cristo non parla soltanto, come Maometto, promulgando principi di disciplina religiosa, cui devono attenersi tutti gli adoratori di Dio. Cristo non è neanche semplicemente un saggio nel senso in cui lo fu Socrate, la cui libera accettazione della morte in nome della verità, ha, tuttavia, tratti di somiglianza col sacrificio sulla croce. Meno ancora Egli è simile a Buddha, con la sua negazione di tutto il creato. Budda ha ragione quando non vede possibilità di salvezza dell'uomo nella creazione, ma ha torto quando per tale motivo rifiuta a tutto il creato ogni valore per l'uomo. Cristo non fa questo e non può farlo, perché è testimone eterno del Padre e di quell'amore che il Padre ha per la Sua creatura sin dall'inizio, formata a Sua immagine e somiglianza. Da quando Pietro ha confessato: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente", Cristo si è trovato al centro della fede e della vita dei cristiani, al centro della loro testimonianza, che non di rado s'è spinta sino all'effusione del sangue" (da: Varcare le soglie della speranza). Vogliamo concludere con le parole che il Papa ha detto a Città del Messico: "Un mondo senza riferimento a Cristo è un mondo che, prima o dopo, finisce per essere contro l'uomo" Per te, chi è Cristo? Dalla tua risposta, dipende la tua vita. Auguri e buona settimana. |