Per rispondere a questa domanda c'? un salto da fare: un salto dentro di s?. Non basta ci? che si ? udito, c'? da ascoltare una voce ben diversa, che risuona nel cuore, che non viene dalla carne e dal sangue, ma dal Padre che sta nei cieli. Pietro ? stato oggetto di una illuminazione "dall'alto", ha colto l'intuizione dello Spirito di Dio in lui. Per conoscere Ges? e proclamarlo Signore non bastano la carne e il sangue (l'intelligenza, la cultura, lo studio, la preparazione), ma occorre una luce dall'alto. ? la luce dello Spirito che si accoglie aprendo la porta della fede. Questa luce assomiglia a un raggio luminoso che riesce a entrare solo nell'anima della persona umile, la persona nella quale non esiste il muro impenetrabile dell'orgoglio.

Giovanni Paolo II disse: ?Noi tutti abbiamo esperienza di questo momento, nel quale non basta pi? parlare di Ges? ripetendo ci? che gli altri dicono. ? necessario dire ci? che tu pensi, e non riportare una opinione; ? necessario dare una testimonianza, sentirsi impegnato dalla testimonianza data e andare fino alle estreme esigenze di questo impegno. I migliori amici, seguaci e apostoli di Cristo sono sempre stati quelli che un giorno hanno sentito nel loro intimo la domanda definitiva, ineludibile, davanti alla quale tutte le altre diventano secondarie e derivate: "Per te, chi sono io?". La vita, il destino, la storia presente e futura di un giovane dipende dalla risposta chiara e sincera, senza retorica e sotterfugi, che egli dar? a questa domanda?

Pietro, ispirato dal Padre, risponde: ?Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente?, il Messia atteso che supera ogni attesa. Il cristianesimo, la Chiesa, non ? solo una religione, una dottrina, una morale, ma nasce dal prendere posizione su Ges?, riconoscendolo Signore, l'Emmanuele, il Dio con noi. ?Il cristianesimo sta o cade con questa fede. Ci sono strutture metalliche, come la torre Eiffel, dove se si tocca un certo punto, crolla tutto. Per noi il centro ? la divinit? di Ges?. A questa fede precisa ? promessa la vittoria: chi ? che vince il mondo se non chi crede che Ges? ? il figlio di Dio? (1Gv 5,5)? (p. R. Cantalamessa).

Simone riconosce Ges?, Ges? conosce e svela a Simone la sua identit? pi? profonda: ?Tu sei Pietro?. Pi? seguiamo Ges?, pi? capiamo chi ? Dio e chi siamo noi stessi. Ges? gli cambia il nome e gli affida una missione speciale. Da Simone a Kefa, la roccia. Ges? fa di quel povero pescatore non istruito, che qualche settimana fa abbiamo visto quasi affondare per la sua poca fede, la pietra, il fondamento fermo della Sua Chiesa, cos? che nessun potere del male potr? abbattere. Dio decide cos?, proprio su Pietro: ? una sfida degna di colui che ? onnipotente, una volont? cos? chiara da non permettere interpretazioni riduttive. Questo ? lo stile di Dio: scegliere i piccoli per rivelare la sua grandezza! Ges? edifica su di lui e sulla sua fede la chiesa che chiama ?la mia chiesa?; per noi ? la nostra Chiesa, la nostra madre Chiesa. Non dobbiamo sentirci spettatori distanti, ma figli coinvolti.

Ma che cosa ? la Chiesa? La Chiesa ? la comunit? dei credenti, la famiglia di coloro che hanno preso posizione su di Lui, con una decisione che la impegna e la giudica allo stesso tempo: ?Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente?. Questa ? la Chiesa, composta da ogni credente. Questa ? la Chiesa che Ges? chiama mia. ? sua, ? "cosa sua"; ciascuno di noi ? suo. Possiamo dire di sentir nostra la Chiesa? Di avvertirla come madre che ci nutre? Che ci conforta? Che ci guida? Se davvero abbiamo accolto Ges? come Signore, non possiamo non accogliere la Chiesa come madre. ? vero, una madre pu? anche umanamente sbagliare, ma ? e resta sempre madre. E una madre la si difende, la si guarda sempre come madre. Senza di lei, d'altronde, non ci sarebbe nessuno di noi.