Omelia (13-09-2020) |
padre Ermes Ronchi |
La misura del perdono ? perdonare senza misura ?Non fino a sette, ma fino a settanta volte sette?, sempre: l'unica misura del perdono ? perdonare senza misura. Ges? non alza l'asticella della morale, porta la bella notizia che l'amore di Dio non ha misura. E lo racconta con la parabola dei due debitori. Il primo doveva una cifra iperbolica al suo signore ?allora, gettatosi a terra, lo supplicava...?. Il debito, ai tempi di Ges?, era una cosa durissima, chi non riusciva a pagare diventava schiavo per sempre. Quando noi preghiamo: rimetti i nostri debiti, stiamo chiedendo: donaci la libert?, lasciaci per oggi e per domani tutta la libert? di volare, di amare, di generare. Ma il servo perdonato "appena uscito": non una settimana, non il giorno dopo, non un'ora dopo, ma "appena uscito", ancora stordito di gioia, appena liberato ?preso per il collo il suo collega, lo strangolava gridando: "Dammi i miei centesimi"?, lui condonato di milioni! Nitida viene l'alternativa evangelica: non dovevi anche tu aver piet?? Siamo posti davanti alla regola morale assoluta: anche tu come me, io come Dio... non orgoglio, ma massima responsabilit?. Perch? perdonare? Semplice: perch? cos? fa Dio. Il perdono ? scandaloso perch? chiede la conversione non a chi ha commesso il male, ma a chi l'ha subito. Quando, di fronte a un'offesa, penso di riscuotere il mio debito con una contro offesa, non faccio altro che alzare il livello del dolore e della violenza. Anzich? liberare dal debito, aggiungo una sbarra alla prigione. Penso di curare una ferita ferendo a mia volta. Come se il male potesse essere riparato, cicatrizzato mediante un altro male. Ma allora saranno non pi? una, ma due ferite a sanguinare. Il vangelo ci ricorda che noi siamo pi? grandi della storia che ci ha partorito e ferito, che possiamo avere un cuore di re, che siamo grandi quanto ?il perdono che strappa dai circoli viziosi, spezza le coazioni a ripetere su altri il male sub?to, rompe la catena della colpa e della vendetta, spezza le simmetrie dell'odio? (Hanna Arendt). Il tempo del perdono ? il coraggio dell'anticipo: fallo senza aspettare che tutto si verifichi e sia a posto; ? il coraggio degli inizi e delle ripartenze, perch? il perdono non libera il passato, libera il futuro. Poi l'esigenza finale: perdonare di cuore... San Francesco scrive a un guardiano che si lagnava dei suoi frati: farai vedere negli occhi il perdono. Non il perdono a stento, non quello a muso duro, ma quello che esce dagli occhi, dallo sguardo nuovo e buono, che ti cambia il modo di vedere la persona. E diventano occhi che ti custodiscono, dentro i quali ti senti a casa. Il perdonante ha gli occhi di Dio, colui che sa vedere primavere in boccio dentro i miei inverni. |