(Testo CEI2008) 137 Il canto dell'esule
Lungo i fiumi di Babilonia, là sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre,
perché là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, allegre canzoni, i nostri oppressori: »Cantateci canti di Sion!».
Come cantare i canti del Signore in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme, si dimentichi di me la mia destra;
mi si attacchi la lingua al palato se lascio cadere il tuo ricordo, se non innalzo Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia.
Ricòrdati, Signore, dei figli di Edom, che, nel giorno di Gerusalemme, dicevano: «Spogliatela, spogliatela fino alle sue fondamenta!».
Figlia di Babilonia devastatrice, beato chi ti renderà quanto ci hai fatto.
Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sfracellerà contro la pietra.
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