(Testo CEI2008) 144 Inno di lode a Dio
Di Davide. Benedetto il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia,
mio alleato e mia fortezza, mio rifugio e mio liberatore, mio scudo in cui confido, colui che sottomette i popoli al mio giogo.
Signore, che cos'è l'uomo perché tu l'abbia a cuore? Il figlio dell'uomo, perché te ne dia pensiero?
L'uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa.
Signore, abbassa il tuo cielo e discendi, tocca i monti ed essi fumeranno.
Lancia folgori e disperdili, scaglia le tue saette e sconfiggili.
Stendi dall'alto la tua mano, scampami e liberami dalle grandi acque, dalla mano degli stranieri.
La loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna.
O Dio, ti canterò un canto nuovo, inneggerò a te con l'arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re, che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua.
Scampami e liberami dalla mano degli stranieri: la loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna.
I nostri figli siano come piante, cresciute bene fin dalla loro giovinezza; le nostre figlie come colonne d'angolo, scolpite per adornare un palazzo.
I nostri granai siano pieni, traboccanti di frutti d'ogni specie. Siano a migliaia le nostre greggi, a miriadi nelle nostre campagne;
siano carichi i nostri buoi. Nessuna breccia, nessuna fuga, nessun gemito nelle nostre piazze.
Beato il popolo che possiede questi beni: beato il popolo che ha il Signore come Dio.
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