(Testo CEI2008) 45 Canto nuziale per il re e la regina
Al maestro del coro. Su «I gigli». Dei figli di Core. Maskil. Canto d'amore.
Liete parole mi sgorgano dal cuore: io proclamo al re il mio poema, la mia lingua è come stilo di scriba veloce.
Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia, perciò Dio ti ha benedetto per sempre.
O prode, cingiti al fianco la spada, tua gloria e tuo vanto,
e avanza trionfante. Cavalca per la causa della verità, della mitezza e della giustizia. La tua destra ti mostri prodigi.
Le tue frecce sono acute - sotto di te cadono i popoli -, colpiscono al cuore i nemici del re.
Il tuo trono, o Dio, dura per sempre; scettro di rettitudine è il tuo scettro regale.
Ami la giustizia e la malvagità detesti: Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni.
Di mirra, àloe e cassia profumano tutte le tue vesti; da palazzi d'avorio ti rallegri il suono di strumenti a corda.
Figlie di re fra le tue predilette; alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l'orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza. È lui il tuo signore: rendigli omaggio.
Gli abitanti di Tiro portano doni, i più ricchi del popolo cercano il tuo favore.
Entra la figlia del re: è tutta splendore, tessuto d'oro è il suo vestito.
È condotta al re in broccati preziosi; dietro a lei le vergini, sue compagne, a te sono presentate;
condotte in gioia ed esultanza, sono presentate nel palazzo del re.
Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai prìncipi di tutta la terra.
Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni; così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre.
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