(Testo CEI2008) 9
Inno alla giustizia di Dio
Al maestro del coro. Su «La morte del figlio». Salmo. Di Davide.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, annuncerò tutte le tue meraviglie.
Gioirò ed esulterò in te, canterò inni al tuo nome, o Altissimo,
mentre i miei nemici tornano indietro, davanti a te inciampano e scompaiono,
perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa: ti sei seduto in trono come giudice giusto.
Hai minacciato le nazioni, hai sterminato il malvagio, il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
Il nemico è battuto, ridotto a rovine per sempre. È scomparso il ricordo delle città che hai distrutto.
Ma il Signore siede in eterno, stabilisce il suo trono per il giudizio:
governerà il mondo con giustizia, giudicherà i popoli con rettitudine.
Il Signore sarà un rifugio per l'oppresso, un rifugio nei momenti di angoscia.
Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, perché tu non abbandoni chi ti cerca, Signore.
Cantate inni al Signore, che abita in Sion, narrate le sue imprese tra i popoli,
perché egli chiede conto del sangue versato, se ne ricorda, non dimentica il grido dei poveri.
Abbi pietà di me, Signore, vedi la mia miseria, opera dei miei nemici, tu che mi fai risalire dalle porte della morte,
perché io possa annunciare tutte le tue lodi; alle porte della figlia di Sion esulterò per la tua salvezza.
Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato, nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede.
Il Signore si è fatto conoscere, ha reso giustizia; il malvagio è caduto nella rete, opera delle sue mani.
Tornino i malvagi negli inferi, tutte le genti che dimenticano Dio.
Perché il misero non sarà mai dimenticato, la speranza dei poveri non sarà mai delusa.
Sorgi, Signore, non prevalga l'uomo: davanti a te siano giudicate le genti.
Riempile di spavento, Signore, riconoscano le genti di essere mortali.
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