Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde PO106 ;
Al tempo della guerra tra Cartagine e Roma, i Cartaginesi mandarono a Roma un prigioniero romano, per invocare la
fine dei combattimenti. Gli fu fatto giurare di tornare a Cartagine se avesse fallito la missione.
Arrivato in città, il prigioniero andò direttamente al Senato e pronunciò una requisitoria contro Cartagine. Poiché in questo modo aveva fallito la sua missione, i senatori lo supplicarono di rimanere a Roma, aggiungendo che un giuramento strappato con le minacce non aveva nessun valore. Il prigioniero rispose: “Il mio onore di Romano mi impedisce di mancare alla mia parola. Devo andare fino in fondo, nei miei doveri di cittadino. Sarò ucciso, ma l’onore di Roma sarà salvo”.
Che cosa ne è dell’onore dei cristiani? Abbiamo paura di vivere la verità, mentre abbiamo la garanzia di Cristo?
Molti giurano sul loro onore, sui loro morti, sulla loro vita, su Dio e sui santi di dire la verità. È facile giurare. Chiunque può farlo senza sentirsi impegnato se non a parole. Se la verità non traspare dai nostri occhi e dai nostri atti, è inutile sminuirla al rango di semplice enunciato. Quanti tacciono il loro impegno cristiano in un ambiente ostile, per strappare un posto vantaggioso, o per mille altre ragioni, per amor proprio, quando basterebbe un po’ più di coraggio, un po’ più di fede, un po’ più di amore e di fiducia in Gesù Cristo per non temere di restar fedeli alla sua verità.
“Tutte le cose nascoste saranno rivelate un giorno”. Ci pensiamo ogni tanto?
Cristo non ci ha mai ingannati. Che garanzia per la nostra fede!