Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: Bianco S0723 ;
Scheda Agiografica: SANTA BRIGIDA DI SVEZIA
Santa Brigida nacque in Svezia nel 1303. Sposata in giovane età, ebbe otto figli che educò con cura esemplare. Associata al Terz’Ordine di san Francesco, dopo la morte del marito, si diede a una vita più ascetica, pur rimanendo nel mondo. Fondò allora un ordine religioso e, messasi in cammino verso Roma, fu per tutti esempio di grande virtù. Intraprese pellegrinaggi a scopo di penitenza e scrisse molte opere in cui narrò le esperienze mistiche da lei stessa vissute.
Dopo un pellegrinaggio a Compostela fatto con suo marito, i figli ormai sufficientemente grandi, presero entrambi la decisione, possibile allora, di ritirarsi in monastero. In quel periodo Brigida fu destinataria di molte rivelazioni da parte di Gesù: accesa di passione iniziò a girare l'Europa ammonendo e consigliando. Ne aveva per tutti: re e principi e papi. Giunse fino a Roma e in Terrasanta e la sua passione per Cristo ancora ci illumina. Morì a Roma nel 1373.
Nel Vangelo, all’interno dei “discorsi di addio”, Giovanni mette in bocca a Gesù un’immagine con la quale egli mostra la propria identità, inscindibile dalla propria relazione con il Padre e con i discepoli: «Io sono la vera vite e mio Padre è l’agricoltore, il vignaiolo». Nelle Scritture il popolo dei credenti era definito anche attraverso la metafora della vite (Sal 80; Is 5,1-7), in quanto popolo scelto e piantato da Dio nella terra promessa; di conseguenza, Dio era inteso quale padrone della vigna, legato a essa da un rapporto di amore e cura.
Dopo la vita, morte e risurrezione di Gesù, la vigna è una persona: Gesù stesso, figlio di Israele e Figlio di Dio. Chi sono di conseguenza i suoi discepoli? «Io sono la vite, voi i tralci». Solo se rimangono attaccati alla vite i tralci possono riceverne la linfa: è questione di vita o di morte!
Ugualmente, il discepolo di Gesù non può limitarsi a conoscere il suo insegnamento, ma è colui che rimane saldamente legato a Lui in un rapporto di amore, in un radicale coinvolgimento di vita, giorno dopo giorno. Gesù definisce questa relazione attraverso un verbo ripetuto in modo martellante in pochi versetti: “rimanere, dimorare”.
Il discepolo è chiamato a vivere con perseveranza in Gesù, fino a dimorare nella sua parola (Gv 14,23-24), cioè a metterla in pratica; fino ad abitare il suo amore, quello con cui Egli ci ama «all’estremo» (Gv 13,1); fino ad affermare: «Io e Gesù viviamo insieme!». È ciò che anche santa Brigida ha vissuto e ci testimonia.