Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde DO111 ;
Nella prima lettura si manifesta in pieno il temperamento di Paolo, un temperamento amante del contrasto, dell'opposizione, perché è insieme un lottatore e un uomo ipersensibile. Spesso i suoi scritti sono difficili da capire proprio per questa insistenza sui contrasti, che mette in evidenza l'aspetto sconcertante del mistero di Cristo e anche della vita dell'Apostolo. Qui i contrasti si susseguono: "Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri; sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!". Sono tutti aspetti della vita apostolica. Dio ha scelto un temperamento come quello di Paolo perché la situazione dell'Apostolo e di ogni cristiano, una situazione straordinaria, fatta tutta di opposti, fosse espressa nella Scrittura in modo più vivo.
Nel Vangelo odierno anche Gesù invita i suoi discepoli a vivere in modo sconcertante. Invece di rispondere al male con il male, che è la risposta naturalmente più spontanea e che anche l'Antico Testamento aveva codificato ("Occhio per occhio, dente per dente"), essi devono contrapporre al male il bene; ed è il contrasto fondamentale. "Se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra". Sembra una cosa stupida, ed è l’atteggiamento più profondamente cristiano; san Paolo lo vede come cosa divina.
Noi non prendiamo dalla nostra ricchezza per dare agli altri, ciò che potrebbe fomentare la nostra superbia ma attingiamo alla nostra povertà e per la grazia di Dio possiamo aiutare molti. Questo è il paradosso della vita apostolica e spirituale: il Signore ci lascia poveri, ci lascia nelle difficoltà e proprio in esse la sua grazia si manifesta, il suo amore risplende. "Poveri, ma facciamo ricchi molti" se nella nostra povertà lasciamo agire Dio. Rimanendo poveri poveri in tutti i sensi accogliamo veramente in noi la ricchezza di Dio, che è di un altro genere, per trasmetterla agli altri.
Chiediamo al Signore che aumenti la gioia del nostro essere poveri, afflitti, incompresi di fronte al mondo, perché possiamo arricchirlo dei beni di Dio.