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Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Rosso
Scheda Agiografica: Santi Andrea Dung-Lac e compagni S1124 ; DO336
Nella regione del Tonchino, Annam e Cocincina - ora Vietnam - ad opera di intrepidi missionari, risuonò per la prima volta nel sec. XVI la parola del Vangelo. Il martirio fecondò la semina apostolica in questo lembo dell'Oriente. Dal 1625 al 1886, salvo rari periodi di quiete, infuriò una violenta persecuzione con la quale gli imperatori e i mandarini misero in atto ogni genere di astuzie e di perfidie per stroncare la tenera piantagione della Chiesa. Il totale delle vittime, nel corso di tre secoli, ammonta a circa 130.000. La crudeltà dei carnefici, non piegò l'invitta costanza dei confessori della fede: decapitati, crocifissi, strangolati, segati, squartati, sottoposti a inenarrabili torture nel carcere e nelle miniere fecero rifulgere la gloria del Signore, «che rivela nei deboli la sua potenza e dona agli inermi la forza del martirio» (M.R., prefazio dei martiri). Giovanni Paolo II, la domenica 19 giugno 1988, accomunò nell'aureola dei santi una schiera di 117 martiri di varia nazionalità, condizione sociale ed ecclesiale: sacerdoti, seminaristi, catechisti, semplici laici fra cui una mamma e diversi padri di famiglia, soldati, contadini, artigiani, pescatori. Un nome viene segnalato: Andrea Dung-Lac, presbitero, martirizzato nel 1839 e beatificato nel 1900, anno giubilare della redenzione, da Leone XIII. Il 24 novembre è il giorno del martirio di alcuni di questi santi.
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Antifona d'ingresso
Non ci sia per noi altra gloria
che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo.
La parola della croce
per noi che siamo stati salvati
è potenza di Dio. (Gal 6,14; 1 Cor 1,1)
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Colletta
O Dio, origine e fonte di ogni paternità,
che hai reso fedeli alla croce del tuo Figlio
fino all'effusione del sangue,
i santi Andrea Dung-Lac e compagni martiri,
per la loro comune intercessione
fa' che diventiamo missionari e testimoni
del tuo amore fra gli uomini,
per chiamarci ad essere tuoi figli.
Per il nostro Signore ...
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Prima lettura
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1Mac 6,1-13
Per i mali che ho commesso a Gerusalemme, muoio nella più profonda tristezza.
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Dal primo libro dei Maccabèi
In quei giorni, mentre il re Antioco percorreva le regioni settentrionali, sentì che c'era in Persia la città di Elimàide, famosa per ricchezza, argento e oro; che c'era un tempio ricchissimo, dove si trovavano armature d'oro, corazze e armi, lasciate là da Alessandro, figlio di Filippo, il re macèdone che aveva regnato per primo sui Greci. Allora vi si recò e cercava di impadronirsi della città e di depredarla, ma non vi riuscì, perché il suo piano fu risaputo dagli abitanti della città, che si opposero a lui con le armi; egli fu messo in fuga e dovette ritirarsi con grande tristezza e tornare a Babilonia.
Venne poi un messaggero in Persia ad annunziargli che erano state sconfitte le truppe inviate contro Giuda. Lisia si era mosso con un esercito tra i più agguerriti, ma era stato messo in fuga dai nemici, i quali si erano rinforzati con armi e truppe e ingenti spoglie, tolte alle truppe che avevano sconfitto, e inoltre avevano demolito l'abominio da lui innalzato sull'altare a Gerusalemme, avevano cinto d'alte mura, come prima, il santuario e Bet-Sur, che era una sua città.
Il re, sentendo queste notizie, rimase sbigottito e scosso terribilmente; si mise a letto e cadde ammalato per la tristezza, perché non era avvenuto secondo quanto aveva desiderato. Rimase così molti giorni, perché si rinnovava in lui una forte depressione e credeva di morire.
Chiamò tutti i suoi amici e disse loro: «Se ne va il sonno dai miei occhi e l'animo è oppresso dai dispiaceri. Ho detto in cuor mio: in quale tribolazione sono giunto, in quale terribile agitazione sono caduto, io che ero così fortunato e benvoluto sul mio trono! Ora mi ricordo dei mali che ho commesso a Gerusalemme, portando via tutti gli arredi d'oro e d'argento che vi si trovavano e mandando a sopprimere gli abitanti di Giuda senza ragione. Riconosco che a causa di tali cose mi colpiscono questi mali; ed ecco, muoio nella più profonda tristezza in paese straniero».
Parola di Dio
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Salmo responsoriale
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Sal 9
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Esulterò, Signore, per la tua salvezza.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
annuncerò tutte le tue meraviglie.
Gioirò ed esulterò in te,
canterò inni al tuo nome, o Altissimo.
Mentre i miei nemici tornano indietro,
davanti a te inciampano e scompaiono.
Hai minacciato le nazioni, hai sterminato il malvagio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato,
nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede.
Perché il misero non sarà mai dimenticato,
la speranza dei poveri non sarà mai delusa.
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Canto al Vangelo (2 Tm 1,10)
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.
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Lc 20,27-40
Dio non è dei morti, ma dei viventi.
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Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi - i quali dicono che non c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: "Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello". C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe". Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
Parola del Signore
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Preghiera dei fedeli
Nella certezza che, se saremo fedeli, risorgeremo da morte per una beatitudine perenne, rivolgiamo al Padre la nostra fiduciosa invocazione, dicendo:
Signore, aumenta la nostra speranza.
Concedi, o Signore, il tuo timore ai potenti di questo mondo, perché amino il popolo loro affidato e lo governino con spirito di servizio e non di sopraffazione. Preghiamo:
Ricordati, Signore, dei nostri cari defunti che, a causa della loro umana debolezza, non godono ancora della totale gioia dell'unione con te. Preghiamo:
O Signore, Dio della vita e della luce, non nasconderci il tuo volto e guida i nostri passi quando siamo immersi nelle tenebre e nell'ombra della morte. Preghiamo:
O Signore, Dio di ogni vivente, concedi ai poveri, agli anziani e agli emarginati di accettare con coraggio e dignità la loro situazione di sofferenza per una sicura beatitudine nei cieli. Preghiamo:
O Signore, fonte di ogni santità, aiuta la nostra comunità a vivere e a celebrare l'eucaristia come l'evento della morte e della risurrezione del tuo Cristo, nella gioiosa attesa della sua venuta. Preghiamo:
Per le vedove e i vedovi della nostra comunità.
Per coloro che hanno scelto il celibato per il regno di Dio.
O Dio onnipotente, che ami la vita e nulla disprezzi di quanto hai creato, soccorrici nei momenti in cui siamo preda dell'inerzia, dello smarrimento e della sfiducia, perché viviamo nell'attesa dell'incontro con il Cristo benedetto, che vive e regna con te per i secoli eterni. Amen.
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Preghiera sulle offerte
Accogli, o Padre, i doni che ti presentiamo
nel ricordo della passione dei santi martiri vietnamiti;
dona anche a noi fra le avversità del mondo
la grazia di una fortezza intrepida
e trasformaci in offerta a te gradita.
Per Cristo nostro Signore.
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Antifona di comunione
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perchè di essi è il regno dei cieli. (Mt 5,10)
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Preghiera dopo la comunione
Signore Dio nostro,``che nella celebrazione dei santi martiri Andrea e compagni
ci hai nutriti dell'unico pane eucaristico,
concedi di perseverare unanimi nella tua carità
per ottenere il premio eterno
riservato a quanti soffrono per la fede.
Per Cristo nostro Signore.
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Movimento Apostolico - rito romano (Omelia del 23-11-2019)
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E non osavano più rivolgergli alcuna domanda
Le domande rivolte a Gesù non sono umili, sincere, vere richieste di luce, sono invece delle trappole armate dinanzi a Cristo Signore per farlo cadere in modo da poterlo accusare di peccato contro la Legge Santa e così ucciderlo in modo legale e pacifico. Sappiamo che ogni alterazione della Legge er ...
(continua)
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Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 24-11-2018)
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Commento su Lc 20,38
«Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui»
Lc 20,38
Come vivere questa Parola?
Sì, questa breve asserzione di Gesù ha tale forza da far crollare tanto bigottismo e rappresentazioni tanto carenti da ogni punto di vista, a cominciare da quella dell'arte (?a Dio quasi nepote? ...
(continua)
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Movimento Apostolico - rito romano (Omelia del 24-11-2018)
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Alla risurrezione, di chi sarà moglie?
Nel popolo di Dio, la risurrezione per la vita o per la condanna eterna era fede rivelata, contenuta nelle Scritture Profetiche. Così come era purissima fede la vita e la morte eterna, finito il tempo dell'uomo sulla terra. Possiamo affermare che queste verità erano saldi pilastri dell'Antica Rivela ...
(continua)
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Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 25-11-2017)
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Commento su Lc 20, 27-40
«Si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei - i quali dicono che non c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: ?Maestro, Mosè ci ha prescritto: ?Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello'. C'erano dunqu ...
(continua)
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Movimento Apostolico - rito romano (Omelia del 25-11-2017)
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Non prendono né moglie né marito
Il popolo del Signore aveva chiara dinanzi agli occhi la fede nella risurrezione nella sua duplice forma: di gloria e di infamia eterna. Sapeva bene per rivelazione che l'obbedienza produce una benedizione eterna, mentre la disobbedienza dona maledizione, infamia, condanna, tenebre, morte e non vita ...
(continua)
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Movimento Apostolico - rito romano (Omelia del 19-11-2016)
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I quali dicono che non c'è risurrezione
I sadducei dicono che non c'è risurrezione, in aperta contraddizione con tutta la rivelazione. È vero che essi non credevano nella canonicità di alcuni Libri, tuttavia la verità della vita dopo la morte è in ogni pagina dei Libri nei quali essi credevano. Non potendo però negare la loro canonicità c ...
(continua)
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Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 19-11-2016)
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Commento su Lc 20, 37-38
«Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui"».
Lc 20, 37-38
Come vivere questa Parola?
Vero che se ci capita di veder so ...
(continua)
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Monaci Benedettini Silvestrini (Omelia del 19-11-2016)
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Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi
Torna il tema della risurrezione dei morti, argomento sollecitato dai sadducei i quali negano che ci sia una risurrezione dopo la morte. Adducono un argomento da un fatto accaduto o sicuramente possibile. È il caso di una vedova senza figli che, in successione, prima di morire, diventa moglie di set ...
(continua)
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Paolo Curtaz (Omelia del 21-11-2015)
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Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui. L'assurdo caso che i sadducei presentano a Gesù per smentire la fede nella resurrezione ha almeno ottenuto il risultato di donarci una parola straordinaria. In un raffinato (e per molti versi incomprensibile) scontro teologico Gesù, c ...
(continua)
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Movimento Apostolico - rito romano (Omelia del 21-11-2015)
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Dio non è dei morti, ma dei viventi
Chi è stato afferrato da questa verità, chi da essa è stato conquistato, è Paolo. Lui ha un solo desiderio: immergersi pienamente nella vita che è Cristo Signore, in questa vita perdersi, annientarsi, divenire con essa una cosa sola. La sua stessa vita sulla terra è una corsa per raggiungere Cristo ...
(continua)
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Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 21-11-2015)
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Commento su Lc. 20, 34-36
" Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezio ...
(continua)
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Paolo Curtaz (Omelia del 22-11-2014)
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Grande Gesù! Conosce bene la Scrittura, l'ha meditata, né fa un'esegesi ampia, profonda, corretta. Davanti all'assurda trappola ingegnata dai sadducei per metterlo in difficoltà riguardo alla resurrezione dai morti, verità in cui non credono, Gesù riesce a spostare il dialogo dall'esempio paradossal ...
(continua)
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Movimento Apostolico - rito romano (Omelia del 22-11-2014)
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Dicono che non c'è risurrezione
La risurrezione, nella sua duplice modalità o essenza di vita e di morte eterna, di luce e di tenebra, di gloria e di disonore, è rivelazione già acquisita nel popolo di Dio.
Venuto meno il primo, allo stesso modo esponevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, g ...
(continua)
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Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 22-11-2014)
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Commento su Lc 20, 36
"(...) non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio".
Lc 20, 36
Come vivere questa Parola?
Scommetto che questa asserzione lucida e forte del Signore Gesù, quanti si vantano di seguire certe linee di pensiero nichilista, non l'h ...
(continua)
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Paolo Curtaz (Omelia del 23-11-2013)
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Commento su Lc 20,27-40
Il nostro Dio è il Dio dei viventi perché a Mosè, nel roveto, parla dei patriarchi come di persone vive e presenti. Questa semplice e geniale intuizione di Gesù, questa esegesi in presa diretta che rivela, ancora una volta, la straordinaria conoscenza che Gesù ha della Parola, dovrebbe mettere tutti ...
(continua)
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Riccardo Ripoli (Omelia del 23-11-2013)
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Dipendenza
Tutti vivono per lui
Si sente parlare tantissimo di tossicodipendenza e di alcolismo, si prendono le distanze da questa dipendenza, la stigmatizziamo, così come critichiamo la dipendenza dal gioco da altri mali che affliggono la nostra società. Siamo talmente impauriti di cadere in trappola in un ...
(continua)
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Monaci Benedettini Silvestrini (Omelia del 23-11-2013)
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La Madre del Signore
Vari elementi hanno concorso alla istituzione della festa odierna della Vergine. Il Protovengelo di Giacomo, uno scritto apòcrifo, non riconosciuto come testo ispirato e perciò non annoverato tra i libri della Bibbia, ci narra della nascita di Maria Santissima da Gioacchino ed Anna a Gerusalemme, in ...
(continua)
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Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 23-11-2013)
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Commento su Luca 20, 38
Dio non è dei morti, ma dei viventi, perché tutti vivono per lui
Lc 20, 38
Come vivere questa Parola?
Di fronte a Gesù, i Sadducei, che negano la risurrezione e richiamano la legge secondo cui la vedova doveva sposare il fratello del marito defunto, presentano (con una certo sarcasmo!) il caso ...
(continua)
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Movimento Apostolico - rito romano (Omelia del 23-11-2013)
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Poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio
Pensare il mondo di lassù come un prolungamento del mondo di quaggiù è grande stoltezza. San Paolo ci rivela che neanche possiamo immaginare ciò che è il Cielo.
Se bisogna vantarsi - ma non conviene - verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore. So che un uomo, in Cristo, quattordi ...
(continua)
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Paolo Curtaz (Omelia del 24-11-2012)
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Commento su Luca 20,27-40
Ci sono persone che passano il tempo a confermare le proprie opinioni, anche a costo di sfiorare il ridicolo. Persone schierate, paladini assoluti della verità (la loro), che guardano con sufficienza gli altri e che si identificano con le proprie idee... Come i sadducei di oggi, l'aristocrazia di Ge ...
(continua)
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Riccardo Ripoli (Omelia del 24-11-2012)
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Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui
Quante persone oggi, ora mentre tu leggi, sono immerse nella sofferenza. Non come modo di dire, ma stanno vivendo una vita piena di dolori, sconfitte, mancanza di lavoro, di affetto, con malformazioni fisiche, sotto le bombe di una guerra, vittima di abusi dei propri genitori. Quanti stanno male, qu ...
(continua)
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Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 24-11-2012)
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Commento su Apocalisse 11,11-12
Dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi... Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: «Salite quassù»...
Ap 11,11-12
Come vivere questa Parola?
Certamente le immagini apocalittiche dell'esperienza del veggente raccontate in ...
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Movimento Apostolico - rito romano (Omelia del 24-11-2012)
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Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui
Gesù è saggio, infinitamente intelligente. Nessuno mai lo potrà contraddire, mettere in difficoltà. I sadducei non credono nei Libri Deuterocanonici, nei quali è largamente affermata la risurrezione dell'ultimo giorno. Se Gesù avesse risposto, facendo appello o al Libro della Sapienza o al Secondo L ...
(continua)
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