Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde DO092 ;
Nella prima lettura una frase mi sembra degna di attenzione: nella "disgrazia della cecità che lo aveva colpito Tobi rese grazie al Signore per tutti i giorni della sua vita". E impressionante: un uomo colpito da un grave male rende grazie a Dio! Eppure è questo sempre l'atteggiamento giusto, anche nella prova, non certo per la prova in se stessa, ma per i doni del Signore che continuano anche nella prova. Tobia che rende grazie è figura di Gesù che nell'Ultima Cena, prima della passione, ringrazia il Padre prendendo il pane che doveva diventare il suo corpo, dato per noi. Gesù ha riconosciuto nella Passione un dono del Padre. Dopo di lui e in lui ogni prova è una possibilità, un'occasione di amore in unione a tutti quelli che soffrono e quindi è giusto che ci sia rendimento di grazie per l'amore che Dio vuol comunicarci.
Nel Vangelo odierno Gesù, alla domanda insidiosa dei farisei, dà una risposta semplice e complessa insieme, che si può spiegare in molti modi. Oggi mi sembra utile sottolineare il senso di coerenza che egli insegna ai suoi avversari. "E lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?". Gesù sa che cercano un pretesto per accusarlo, ma non si sottrae: "Portatemi un denaro". Glielo portano e così dimostrano che loro stessi usano questo denaro, che approfittano dell'organizzazione romana, che esercitano il loro commercio, che guadagnano, che sono quindi inseriti per il loro interesse nella struttura creata dal potere pagano. Perché dunque non pagare le imposte? U loro vuol essere un rifiuto per motivi religiosi, o con pretesti religiosi, o semplicemente per desiderio di indipendenza. Ma Gesù mette in evidenza la loro incoerenza, dicendo loro: "Se accettate l'immagine di Cesare per la vostra vita, per coerenza dovete rendere a Cesare quel che è di Cesare". E aggiunge subito: "E a Dio quel che è di Dio", che è la cosa fondamentale, ma non esclude l'altra.
In realtà nella vita ci sono situazioni non del tutto logiche, ma anche in esse i cristiani devono contribuire al bene dello stato in modo disinteressato, anche quando sono perseguitati, per partecipare alla bontà di Dio. San Pietro scrive nella sua prima lettera: "State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore", e aggiunge: "Comportatevi come uomini liberi,... come servitori di Dio". La coerenza della Chiesa non consiste nell'accettare tutto, ma solo a ciò che contribuisce al bene. Certo, questa è una vita travagliata, che si accetta con spirito evangelico per contribuire positivamente alla vita del paese, con il coraggio di aderire o di rifiutare le situazioni a seconda che rispondano o no al vero bene dell'uomo.
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Antifona d'ingresso
Volgiti a me e abbi pietà,
perché sono povero e solo.
Vedi la mia povertà e la mia fatica
e perdona tutti i miei peccati. (Sal 24,16.18)
Colletta
O Dio, che nella tua provvidenza
tutto disponi secondo il tuo disegno di salvezza,
ascolta la nostra umile preghiera:
allontana da noi ogni male
e dona ciò che giova al nostro vero bene.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Io, Tobi, in quella notte di Pentecoste, dopo aver seppellito il morto, mi lavai, entrai nel mio cortile e mi addormentai sotto il muro del cortile. Per il caldo che c'era tenevo la faccia scoperta, ignorando che sopra di me, nel muro, stavano dei passeri. Caddero sui miei occhi i loro escrementi ancora caldi, che mi produssero macchie bianche, e dovetti andare dai medici per la cura. Più essi però mi applicavano farmaci, più mi si oscuravano gli occhi, a causa delle macchie bianche, finché divenni cieco del tutto.
Per quattro anni rimasi cieco e ne soffrirono tutti i miei fratelli. Achikàr, nei due anni che precedettero la sua partenza per l'Elimàide, provvide al mio sostentamento.
In quel tempo mia moglie Anna lavorava a domicilio, tessendo la lana che rimandava poi ai padroni, ricevendone la paga. Ora nel settimo giorno del mese di Distro, quando tagliò il pezzo che aveva tessuto e lo mandò ai padroni, essi, oltre la mercede completa, le fecero dono di un capretto da mangiare.
Quando il capretto entrò in casa mia, si mise a belare. Chiamai allora mia moglie e le dissi: «Da dove viene questo capretto? Non sarà stato rubato? Restituiscilo ai padroni, poiché non abbiamo nessun diritto di mangiare una cosa rubata». Ella mi disse: «Mi è stato dato in più del salario». Ma io non le credevo e le ripetevo di restituirlo ai padroni e per questo mi vergognavo di lei. Allora per tutta risposta mi disse: «Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene da come sei ridotto!».
Saldo è il cuore del giusto che confida nel Signore.
Beato l'uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.
Cattive notizie non avrà da temere,
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
Sicuro è il suo cuore, non teme,
finché non vedrà la rovina dei suoi nemici.
Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s'innalza nella gloria.
Canto al Vangelo (Ef 1,17-18)
Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
Alleluia.
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Vangelo
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Mc 12,13-17
Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio.
+
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Al Padre della misericordia e della bontà, rivolgiamo con fede la nostra invocazione perché ci aiuti ad essere coerenti al suo insegnamento. Diciamo insieme:
Aiutaci, o Signore.
Per la Chiesa di Dio, perché senza ambiguità e compromessi, educhi i fedeli ad una responsabile azione sociale. Preghiamo:
Per i governanti, perché svolgano il loro impegno con onestà, spirito di servizio e lontani dall'interesse personale. Preghiamo:
Per chi soffre nello spirito e nel corpo, perché sia sempre sostenuto dalla solidarietà degli uomini e servito da adeguate strutture umanitarie. Preghiamo:
Per tutti gli uomini, perché la loro vita sociale non sia regolata da alleanze e poteri, ma dal rispetto e amore reciproci. Preghiamo:
Per la nostra comunità, perché sappia promuovere, al di dentro della convivenza umana, una sensibilità sociale attenta ai più bisognosi. Preghiamo:
Per gli evasori fiscali.
Per la libertà delle fedi e delle religioni.
O Signore, che ci hai chiesto di dare a Dio e a Cesare secondo rettitudine, aiutaci a vivere la nostra appartenenza a questo mondo come figli dello stesso Padre. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Preghiera sulle offerte
Fiduciosi nella tua misericordia, o Signore,
veniamo con doni al tuo santo altare,
perché, purificati dalla tua grazia,
siamo rinnovati dai misteri che celebriamo.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
Io t'invoco, o Dio, perché tu mi rispondi;
tendi a me l'orecchio, ascolta le mie parole. (Sal 16,6)
Oppure:
«In verità io vi dico:
tutto quello che chiederete nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato»,
dice il Signore. (Cf. Mc 11,24)
Preghiera dopo la comunione
O Padre, che ci nutri con il Corpo e il Sangue del tuo Figlio,
guidaci con il tuo Spirito,
perché, confessandoti non solo a parole e con la lingua,
ma con i fatti e nella verità,
possiamo entrare nel regno dei cieli.
Per Cristo nostro Signore.
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#2minutiDiVangelo - Martedì IX - Se non abbiamo nulla da difendere, siamo anche più convincenti
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don Marco Scandelli (Omelia del 02-06-2020)
Tutto è di Dio: anche ciò che è di Cesare.
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"(Alcuni farisei ed erodiani) vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità".
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