Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Rosso Scheda Agiografica: San Paolo Miki e compagni S0206 ; PO052
Il salmo responsoriale che parla di lacrime e di gioia non è molto adatto per i martiri giapponesi, perché essi non hanno seminato nel pianto ma nella gioia. In quello che di loro si racconta, il meraviglioso è proprio nella gioia che irradiava dai loro volti mentre andavano al supplizio. Paolo Miki dopo essere stato condannato con gli altri, scrisse a un superiore della Compagnia di Gesù con semplicità: "Siamo stati condannati alla crocifissione, ma non preoccupatevi per noi che siamo molto consolati nel Signore. Abbiamo un solo desiderio, ed è che prima di arrivare a Nagasaki possiamo incontrare un Padre della Compagnia per confessarci, partecipare alla messa e ricevere l'Eucaristia. È il nostro unico desiderio".
Vediamo in questo la gioia della speranza fondata sulla fede che è feconda di frutti di carità. Evidentemente soltanto la fede era fondamento della loro grande gioia, che dimostrarono anche sulla croce. Essere crocifissi con Cristo era per loro grande onore perché credevano con tutta l'anima che Cristo si era dato per loro e per la loro salvezza.
"Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me". La croce appare alla fede come il sommo dell'amore di Cristo e dell'amore che noi possiamo dare a lui. In questa fede essi erano pieni di speranza e di gioia.
La loro speranza era non la ricompensa, ma il martirio: speravano che Gesù li avrebbe sostenuti fino alla morte e avrebbe permesso loro di offrire la vita con un amore senza limiti. Il pensiero di imitarlo dando la vita per gli altri era fonte di grande esultanza.
Per commentare il loro martirio si potrebbero prendere le parole della lettera di Pietro: "Rendete conto della speranza che è in voi con dolcezza e rispetto". Dall'alto della sua croce Paolo Miki continuava a predicare Cristo e a testimoniare la sua speranza. Diceva ai presenti: "Io sono giapponese come voi, non sono uno straniero ed è a causa della mia fede in Cristo che sono condannato. Nella situazione estrema in cui mi trovo potete credere alla mia sincerità. Non ho nessuna voglia di ingannarvi e vi dichiaro che non c'è via di salvezza se non nella fede in Cristo". E continuava, manifestando che la fede e la speranza gli riempivano il cuore di intensa carità: "Cristo vuole che perdoniamo a chi ci fa del male e preghiamo per loro. Io dunque perdono a tutti quelli che hanno contribuito alla nostra morte e auguro loro di convertirsi, perché anch'essi si salvino".
E anche tutti i suoi compagni sorridevano e cantavano preghiere dall'alto della croce.
Possiamo pensare che talvolta è più difficile essere gioiosi nelle circostanze ordinarie della vita che in quelle straordinarie, nelle quali la grazia sostiene in maniera speciale. Ma abbiamo altri esempi a illuminare la vita quotidiana. E' a proposito della sua vita quotidiana che san Paolo dice: "Sono crocifisso con Cristo e non son più io che vivo, ma Cristo vive in me". La croce di Cristo illuminava le sue numerose, e niente affatto gloriose, difficoltà di ogni giorno: egli stesso parla di tribolazioni umilianti.
Ma nella fede egli ne vedeva il senso di profonda unione a Gesù, ed era lieto nella speranza, paziente nella tribolazione e insegnava questa via di gioia ai cristiani.
Domandiamo al Signore di farci giungere alla stessa unione vitale con lui che vediamo nella vita di questi martiri e di tanti santi.
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Antifona d'ingresso
Esultano in cielo le anime dei santi,
che hanno seguito le orme di Cristo;
per suo amore hanno effuso il proprio sangue,
ora con Cristo gioiscono per sempre.
Oppure:
Hanno effuso per il Signore il loro sangue:
hanno amato Cristo nella vita,
lo hanno imitato nella morte;
per questo hanno meritato la corona trionfale.
Colletta
O Dio, forza di tutti i santi,
che hai chiamato alla gloria eterna san Paolo [Miki]
e i suoi compagni attraverso il martirio della croce,
concedi a noi, per loro intercessione,
di testimoniare con coraggio fino alla morte
la fede che professiamo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
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Prima lettura
1Re 8,22-23.27-30
Tu hai detto, Signore: «Lì porrò il mio nome!». Ascolta la supplica del tuo popolo Israele.
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Salomone si pose davanti all'altare del Signore, di fronte a tutta l'assemblea d'Israele e, stese le mani verso il cielo, disse:
«Signore, Dio d'Israele, non c'è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l'alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore.
Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito!
Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: "Lì porrò il mio nome!". Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo.
Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali nel luogo della tua dimora, in cielo; ascolta e perdona!».
L'anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.
Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari, Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio.
Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.
Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.
Canto al Vangelo (Sal 118)
Alleluia, alleluia.
Piega il mio cuore, o Dio, verso i tuoi insegnamenti;
donami la grazia della tua legge.
Alleluia.
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Vangelo
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Mc 7,1-13
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.
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Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
"Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini".
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: "Onora tuo padre e tua madre", e: "Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte". Voi invece dite: "Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio", non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Siamo stati creati a immagine di Dio e consacrati, attraverso il battesimo, ad essere suo tempio santo. Preghiamo il Signore perché ci aiuti a vivere la nostra appartenenza a lui, cercando sempre il suo volere. Diciamo:
Padre nostro e Signore nostro, ascoltaci!
Aiuta, Signore, gli uomini a riconoscerti come creatore e padre, vivendo nel rispetto delle tue leggi e nell'amore reciproco. Preghiamo:
Fà, o Signore, che la Chiesa ti sia sempre fedele, e sappia distinguere il vero messaggio del vangelo dai precetti che vengono dagli uomini. Preghiamo:
Illumina, o Signore, chi non sente il bisogno di conoscerti e di amarti, perché scopra l'ardente desiderio di te che hai messo nel cuore di ogni uomo. Preghiamo:
Guida, o Signore, questa nostra comunità nel suo cammino verso di te, in modo che, nella fedeltà alla tradizione, sia sempre aperta alla novità del tuo Spirito. Preghiamo:
Non permettere, o Signore, che nel nostro cuore si annidino l'ipocrisia e l'arroganza, ma orientaci verso una fede semplice e rispettosa. Preghiamo:
Insegnaci, Signore, a pregare con semplicità.
Aiutaci a santificare la domenica, giorno a te consacrato.
O Signore, Padre santo, accogli le suppliche che indegnamente ti presentiamo: purifica i nostri cuori, rendili semplici e umili perché la nostra preghiera ti sia gradita. Te lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Preghiera sulle offerte
Accogli, Padre santo,
i doni che ti presentiamo nella memoria
dei santi martiri Paolo [Miki] e compagni
e concedi a noi, tuoi fedeli,
di perseverare nella confessione del tuo nome.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
«Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle prove
e io preparo per voi un regno
perché mangiate e beviate alla mia mensa», dice il Signore. (Lc 22,28-30)
Oppure:
Traboccante è il premio dei santi presso Dio:
morti per Cristo, vivranno in eterno.
Preghiera dopo la comunione
O Dio, che nei tuoi santi martiri
ci hai dato mirabili testimoni del mistero della croce,
concedi che, rinvigoriti dalla comunione a questo sacrificio,
aderiamo con piena fedeltà a Cristo
e operiamo, nella Chiesa, per la salvezza di tutti.
Per Cristo nostro Signore.
Commento al Vangelo 8 febbraio 2022
... (continua)
don Domenico Bruno (Omelia del 08-02-2022)
Il nostro audio quotidiano
Quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
"Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è l ... (continua)
Monaci Benedettini Silvestrini (Omelia del 08-02-2022)
Le mani pulite
Se per un attimo riuscissimo a non leggere il vangelo in maniera solo moralistica forse riusciremmo a intuire una grandissima lezione, nascosta proprio nel vangelo di oggi: "Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi disc ... (continua)
Martedì - V settimana del Tempo Ordinario - Anno C - Commento al Vangelo
... (continua)
don Domenico Bruno (Omelia del 09-02-2021)
Il nostro audio quotidiano
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don Carlo Occelli (Omelia del 09-02-2021)
Commento al Vangelo 9 febbraio 2021
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don Marco Scandelli (Omelia del 09-02-2021)
#2minutiDiVangelo Martedì 6 T.O. Lo screanzato Gesù è rabbioso con i "perfetti" del galateo
Commento al Vangelo del Martedì della V settimana del Tempo Ordinario - a cura di don Marco Scandelli
#2minutiDiVangelo
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Mc 7 1-13
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Ma rimane il problema dei discepoli screanzati che non si può comprendere se non come una imitazione del maestro. Gesù sicuramente non si lavava le ... (continua)
don Nicola Salsa (Omelia del 09-02-2021)
Come annullare in noi l'amore di Dio (Mc 7,1-13)
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don Nicola Salsa (Omelia del 05-02-2021)
Come annullare in noi l'amore di Dio (Mc 7,1-13)
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Ci vuole orecchio, naso e cuore! - Video commento su Mc 7,1-13
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Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 12-02-2019)
Commento su Mc 7,11-13
«Voi invece dite: "Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio", non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
Mc 7,11-13
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Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 06-02-2018)
Commento su Mc 7, 6-8
"Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio voi osservate la tradizione degli uomini".
Mc 7, 6-8
Come vivere questa Parola?
La religione di Gesù è novità e ... (continua)
Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 07-02-2017)
Commento su Mc. 7,6
Gesù disse: "Bene ha profetato Isaia di voi ipocriti, come sta scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me".
Mc. 7,6
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Un'osservazione di fondo: Gesù non è venuto ad annullare l'Alleanza Antica, né la legge data da Mosè, né la sana trad ... (continua)
Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 09-02-2016)
Commento su Mc 7, 6
"Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me."
Mc 7, 6
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Un culto che si stacca dalla fede e dalla vita e diventa espressione sterile, fedele solo alla legge e agli interessi degli uomini: constatare questo ha spesso suscitato l'ira di Gesù. Com ... (continua)
Paolo Curtaz (Omelia del 10-02-2015)
Gesù si scontra frontalmente col modo di pensare molto devoto dei farisei. Fedeli zelanti e pieni di fede, niente affatto bigotti come a volte rischiamo di immaginarli, i farisei cercavano di vivere con grande scrupolo ogni piccola norma della Legge scritta e di quella orale. Convinti che solo nell' ... (continua)
Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 10-02-2015)
Commento su Mc 7,8
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.
Mc 7,8
Come vivere questa Parola?
Noi siamo molto abili nel saper accomodare sulla nostra misura le cose, anche il Comandamento di Gesù - quello dell'Amore - facendo calcoli e difendendoci quando percepiamo che ci viene ... (continua)
Paolo Curtaz (Omelia del 11-02-2014)
Doveva succedere, prima o poi. E, ovviamente, accade. Fino a quando Gesù era un fenomeno da baraccone innocuo, un falegname in preda a delirio mistico, si poteva stare alla finestra ed osservare, senza preoccuparsene troppo. Ma ora che Gesù comincia a minare i capisaldi della tradizione religiosa, a ... (continua)
Paolo Curtaz (Omelia del 12-02-2013)
Commento su Mc 7,1-13
Ipocriti, cioè mascherati, dice Gesù ai farisei di ieri e di oggi che filtrano il moscerino e ingoiano il cammello. Ed è proprio l'ipocrisia a snervare il Maestro, molto più di altri atteggiamenti. E in particolare, l'ipocrisia delle persone religiose, di coloro che pensano di essere abbastanza a po ... (continua)