Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde DO242 ;
Il racconto della risurrezione del figlio della vedova di Nain presenta due atteggiamenti di Gesù: la sua compassione e il miracolo che egli compie. Spontaneamente noi siamo portati a rilevare più il miracolo, ma la cosa più grande è la compassione di Gesù:
"il Signore ne ebbe compassione, e le disse: "Non piangere!". E accostatosi toccò la bara". E' il figlio di Dio che si avvicina, si fa prossimo al dolore umano e gli offre consolazione, senza neppure esserne richiesto: "Giovinetto, dico a te, alzati!... E lo diede alla madre". L'espressione di Luca è identica a quella che troviamo nel Libro dei Re al racconto della risurrezione del figlio della vedova per mezzo di Elia e anticipa il giudizio del popolo: "Un grande profeta è sorto tra noi". Gesù è un grande profeta, come Elia, come Eliseo.
Qui l'evangelista chiama Gesù "Signore", per la prima volta dopo il racconto della nascita: la vittoria sulla morte incomincia a manifestare Gesù come Signore, padrone di tutte le cose, della vita e della morte. Così si fa chiaro il significato messianico di questo episodio.
Soltanto Luca, tra gli evangelisti, riporta questo miracolo, che mette in evidenza la tenerezza di Gesù per gli umili e i poveri, come tanti altri passi del Vangelo lucano, nel quale la misericordia divina risplende in modo particolare.
Ringraziamo il Signore di essersi fatto conoscere da noi attraverso gli occhi dei suoi evangelisti e apriamo il cuore alla sua carità, alla sua compassione, perché egli lo trasformi e lo renda davvero sempre più assomigliante al suo.
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Antifona d'ingresso
Dona pace, o Signore, a quanti in te confidano;
i tuoi profeti siano trovati degni di fede.
Ascolta la preghiera dei tuoi servi
e del tuo popolo, Israele. (Cf. Sir 36,18)
Colletta
O Dio, creatore e Signore dell'universo,
volgi a noi il tuo sguardo,
e fa' che ci dedichiamo con tutte le forze al tuo servizio
per sperimentare la potenza della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
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Prima lettura
1Tm 3,1-13
Bisogna che il vescovo sia irreprensibile; allo stesso modo i diaconi conservino il mistero della fede in una coscienza pura.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio, questa parola è degna di fede: se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro. Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola donna, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro. Sappia guidare bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi e rispettosi, perché, se uno non sa guidare la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio? Inoltre non sia un convertito da poco tempo, perché, accecato dall'orgoglio, non cada nella stessa condanna del diavolo. È necessario che egli goda buona stima presso quelli che sono fuori della comunità, per non cadere in discredito e nelle insidie del demonio.
Allo stesso modo i diaconi siano persone degne e sincere nel parlare, moderati nell'uso del vino e non avidi di guadagni disonesti, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. Allo stesso modo le donne siano persone degne, non maldicenti, sobrie, fedeli in tutto. I diaconi siano mariti di una sola donna e capaci di guidare bene i figli e le proprie famiglie. Coloro infatti che avranno esercitato bene il loro ministero, si acquisteranno un grado degno di onore e un grande coraggio nella fede in Cristo Gesù.
Amore e giustizia io voglio cantare,
voglio cantare inni a te, Signore.
Agirò con saggezza nella via dell'innocenza:
quando a me verrai?
Camminerò con cuore innocente
dentro la mia casa.
Non sopporterò davanti ai miei occhi azioni malvagie,
detesto chi compie delitti: non mi starà vicino.
Chi calunnia in segreto il suo prossimo
io lo ridurrò al silenzio;
chi ha occhio altero e cuore superbo
non lo potrò sopportare.
I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese
perché restino accanto a me:
chi cammina nella via dell'innocenza,
costui sarà al mio servizio.
Canto al Vangelo (Lc 7,16)
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Il Signore, amante della vita, è il Dio che salva. Perciò ci rivolgiamo a lui con fiducia, dicendo:
Visita il tuo popolo, Signore.
Perché la Chiesa cresca come un organismo libero e armonioso alla statura perfetta di Cristo, strumento di vita per il mondo. Preghiamo:
Perché i ministri e i pastori trovino nell'intimità col Cristo, la fonte gioiosa della loro fede e del loro darsi agli altri, in purezza e povertà. Preghiamo:
Perché, a imitazione della paternità celeste, i padri di famiglia non disgiungano l'autorità dalla benevolenza. Preghiamo:
Perché coloro che hanno oltrepassato le soglie della vita, vedano fin d'ora il volto splendente di Cristo. Preghiamo:
Perché questa eucaristia sia la nostra lode al Padre che con Cristo visita ogni giorno il suo popolo. Preghiamo:
Per gli orfani e le vedove.
Per chi, oggi, si accosta al sacramento della riconciliazione.
O Signore, salvezza di chi spera in te, fà che la tua lode risuoni in terra come nei cieli, perché ci hai dato come amico e salvatore il Signore nostro Gesù Cristo, che con te vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Preghiera sulle offerte
Ascolta con bontà, o Signore, le nostre preghiere
e accogli le offerte dei tuoi fedeli,
perché quanto ognuno offre in onore del tuo nome
giovi alla salvezza di tutti.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
Quanto è prezioso il tuo amore, o Dio!
Si rifugiano gli uomini all'ombra delle tue ali. (Sal 35,8)
Oppure:
Il calice della benedizione che noi benediciamo
è comunione con il Sangue di Cristo.
Il pane che noi spezziamo
è comunione con il Corpo di Cristo. (1Cor 10,16)
Preghiera dopo la comunione
La forza del tuo dono, o Signore,
operi nel nostro spirito e nel nostro corpo,
perché l'efficacia del sacramento ricevuto
preceda e accompagni sempre i nostri pensieri e le nostre azioni.
Per Cristo nostro Signore.
Credo perché Gesù è degno della mia fiducia
... (continua)
Paolo Curtaz (Omelia del 16-09-2014)
Nain, la fiorita. Un piccolo villaggio immerso nelle colline poco distante da Nazareth. Ma la fiorita è appassita: un grave lutto ha colpito la piccola comunità. Gesù assiste alla scena di un funerale: un figlio unico di madre vedova viene condotto fuori dal villaggio per essere sepolto. Figlio unic ... (continua)
Paolo Curtaz (Omelia del 17-09-2013)
Commento su Lc 7,11-17
Il funerale del figlio unico di madre vedova: sembra l'inizio di un film horror! Esiste un dolore più grande? No, certo: perciò Luca sintetizza in questo miracolo l'opera di salvezza del Signore Gesù. Il dolore è una cosa seria, inutile banalizzarlo: Gesù ha resuscitato questo ragazzo riconsegnandol ... (continua)