Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Bianco EP042 ;
Segno che contraddistingue il pastore è il richiamo. L'impostore può tentare di imitarlo, ma le pecore non si lasciano ingannare. È il richiamo del vero Pastore che provoca la loro reazione in risposta. Esse sentono, seguono e hanno fiducia.
Le parole e le azioni di Cristo non arrivano a farlo conoscere come Messia: manca un elemento essenziale, cioè la fede. Questa risposta è riservata a chi appartiene al Buon Pastore. Egli conosce le sue pecore ed esse conoscono lui. I Giudei possono servirsi della persuasione o della persecuzione, ma non attireranno a sé i discepoli del Signore. Qual è il fondamento di questa certezza? È molto semplice: il Padre. Egli è più grande di tutti. L'espressione di Cristo "io e il Padre" indica un'unica persona. Agli occhi dei Giudei, un'affermazione del genere è una bestemmia, mentre per i discepoli riassume tutto l'insegnamento di Gesù.
Tale affermazione è apportatrice di conflitto: i Giudei devono annientare Gesù e disperderne i discepoli. La questione è grave. Gesù è davvero il Figlio di Dio? I Giudei l'accusano di proclamarsi Dio. La verità è però un'altra. La verità è che in Gesù, Dio si fa uomo.
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Antifona d'ingresso
Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo gloria al Signore:
ha preso possesso del suo regno il nostro Dio,
l'Onnipotente. Alleluia. (Ap 19,7-6)
Colletta
Dio onnipotente,
che ci dai la grazia di celebrare
il mistero della risurrezione del tuo Figlio,
concedi a noi di testimoniare con la vita
la gioia di essere salvati.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
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Prima lettura
At 11,19-26
Cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, quelli che si erano dispersi a causa della persecuzione scoppiata a motivo di Stefano erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore.
Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore.
Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Sàulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.
Sui monti santi egli l'ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose,
città di Dio!
Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono;
ecco Filistea, Tiro ed Etiopia:
là costui è nato.
Si dirà di Sion:
«L'uno e l'altro in essa sono nati
e lui, l'Altissimo, la mantiene salda».
Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti».
Canto al Vangelo (Gv 10,27)
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli (Dall'Orazionale CEI 2020)
Nella gioia della Pasqua presentiamo al Padre le nostre invocazioni, facendoci voce dell'intera umanità che Cristo ha amato fino al dono della vita.
Preghiamo insieme e diciamo: Dio dell'amore, ascoltaci.
1. La tua Chiesa risplenda agli occhi del mondo quale segno di comunione, sia sollecita nel prendersi cura dei poveri e dei sofferenti. Noi ti preghiamo.
2. Il tuo Spirito susciti uomini di governo capaci di collaborare al tuo progetto di pace per l'umanità intera, superando ogni forma di violenza e abuso di potere. Noi ti preghiamo.
3. Le famiglie, nate dal tuo amore, attingano dall'incontro con te la forza per affrontare ogni difficoltà e lo slancio per un servizio generoso alla vita. Noi ti preghiamo.
4. I poveri, i carcerati, coloro che lasciano la propria terra a causa di guerre e povertà trovino premurosa solidarietà e rispettosa prossimità nei discepoli di Cristo crocifisso e risorto. Noi ti preghiamo.
5. A noi che partecipiamo al banchetto della tua parola e dell'Eucaristia dona di ricevere sostegno per una fede trasparente, per una speranza viva e una carità operosa. Noi ti preghiamo.
O Padre, tu sei buono verso tutti e la tua tenerezza si espande su ogni creatura: guarda e ascolta il tuo popolo che esulta per la rinnovata speranza donatagli dal Cristo risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Preghiera sulle offerte
O Dio, che in questi santi misteri
compi l'opera della nostra redenzione,
fa' che questa celebrazione pasquale
sia per noi fonte di perenne letizia.
Per Cristo nostro Signore.
Oppure:
Signore, che hai mandato il tuo Figlio
per strapparci dalla morte e da ogni male,
accogli con bontà il sacrificio che ti offriamo
in rendimento di grazie per la liberazione
che abbiamo sperimentato nell'ora della prova.
Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO PASQUALE IV
La restaurazione dell'universo per mezzo del mistero pasquale
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
proclamare sempre la tua gloria, o Signore,
e soprattutto esaltarti in questo tempo
nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato.
In lui, vincitore del peccato e della morte,
l'universo risorge e si rinnova,
e l'uomo ritorna alle sorgenti della vita.
Per questo mistero,
nella pienezza della gioia pasquale,
l'umanità esulta su tutta la terra
e le schiere degli angeli e dei santi
cantano senza fine l'inno della tua gloria: Santo, ...
Oppure:
PREFAZI DI PASQUA I-V
Antifona alla comunione
Cristo doveva patire e risorgere dai morti
per entrare nella sua gloria. Alleluia. (Cf. Lc 24,46.26)
Oppure:
Le mie pecore ascoltano la mia voce,
io le conosco ed esse mi seguono. Alleluia. (Gv 10,27)
Preghiera dopo la comunione
Esaudisci, o Signore, le nostre preghiere,
perché la partecipazione al mistero della redenzione
sia per noi aiuto nella vita presente
e ci ottenga la gioia eterna.
Per Cristo nostro Signore.
Oppure:
Il divino sacrificio che abbiamo offerto e ricevuto,
o Signore, rinnovi la nostra vita,
perché, sempre uniti a te in comunione di amore,
serviamo degnamente la tua gloria.
Per Cristo nostro Signore.
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don Marco Scandelli (Omelia del 27-04-2021)
#2minutiDiVangelo - 4 Martedì Pasqua - Dio ci precede sempre nel salvarci!
Commento al Vangelo del 4 Martedì di Pasqua - a cura di don Marco Scandelli
#2minutiDiVangelo
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Gv 10 22-30
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Continua anche oggi il paragone fatto da Gesù tra i fedeli ed il gregge. Egli è il pastore di cui le pecore conoscono la voce così da seguirlo. Di più: esse non possono essergli strappate da nessuno perché Dio è più grande di qualsia ... (continua)
don Alessandro Farano (Omelia del 27-04-2021)
Martedi? - IV settimana di Pasqua - Commento al Vangelo
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don Nicola Salsa (Omelia del 27-04-2021)
Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10,22-30)
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don Marco Scandelli (Omelia del 05-05-2020)
Problemi di fede? Problemi di "testimone"
Commento al Vangelo di don Marco Scandelli ... (continua)
don Giampaolo Centofanti (Omelia del 05-05-2020)
Quando non si viene portati nel discernimento semplice del cuore nella luce serena e ci si basa su una ragione astratta ci si perde in mille cervellotismi, complicazioni, che Gesù chiama loghismoi. Si può tentennare in eterno su ogni cosa. Per questo i Giudei ripetono ossessivamente a Gesù la domanda se sia il Cristo. Ma Egli dice che loro non credono perché ... (continua)
Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 09-05-2017)
Commento su At 11, 20-21
Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore.
At 11, 20-21
Come vivere questa Parola?
Ieri (secondo la liturgia della Parola!) Pietro giustificava il suo essersi rivol ... (continua)
Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 19-04-2016)
Commento su At 11, 22-24
«Mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede.»
At 11, 22-24
Come vivere questa Parola?
La prima comunità giudeo-cristiana di Gerusalemme non sa come valutare il fatto che altrove, an ... (continua)
Paolo Curtaz (Omelia del 28-04-2015)
Tutti pensiamo al pastore che va in cerca della pecora che si è persa e che la riporta caricandosela sulle spalle. Ma il pastore di Giovanni, quello di cui si parla nel vangelo di oggi, assume altre caratteristiche: è duro e determinato e lotta strenuamente per difendere il gregge dai lupi e dai mercenari. Un pastore che veglia, che lotta, disposto a dare la ... (continua)
Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 28-04-2015)
Commento su Gv. 10, 27-28
"Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano".
Gv. 10, 27-28
Come vivere questa Parola?
Un giorno d'inverno. E' la festa che ricorda annualmente la solenne Dedicazione del Tempio di Gerusalemme. Gesù cammina all'interno in quella pa ... (continua)
Paolo Curtaz (Omelia del 13-05-2014)
Gesù passeggia nel tempio, sotto il portico di Salomone. Alcuni giudei lo invitano ad esprimersi chiaramente, a dire se egli è il Cristo oppure no. E Gesù, ancora una volta, non risponde. Il suo è un messianismo troppo lontano dal loro modo di vedere, un messianismo di basso profilo, non quello guerresco e vittorioso che la folla si attendeva. No, non parla ... (continua)