Grado della Celebrazione: Memoria Colore liturgico: Rosso Scheda Agiografica: San Paolo Miki e compagni S0206 ; DO051
Il salmo responsoriale che parla di lacrime e di gioia non è molto adatto per i martiri giapponesi, perché essi non hanno seminato nel pianto ma nella gioia. In quello che di loro si racconta, il meraviglioso è proprio nella gioia che irradiava dai loro volti mentre andavano al supplizio. Paolo Miki dopo essere stato condannato con gli altri, scrisse a un superiore della Compagnia di Gesù con semplicità: "Siamo stati condannati alla crocifissione, ma non preoccupatevi per noi che siamo molto consolati nel Signore. Abbiamo un solo desiderio, ed è che prima di arrivare a Nagasaki possiamo incontrare un Padre della Compagnia per confessarci, partecipare alla messa e ricevere l'Eucaristia. È il nostro unico desiderio".
Vediamo in questo la gioia della speranza fondata sulla fede che è feconda di frutti di carità. Evidentemente soltanto la fede era fondamento della loro grande gioia, che dimostrarono anche sulla croce. Essere crocifissi con Cristo era per loro grande onore perché credevano con tutta l'anima che Cristo si era dato per loro e per la loro salvezza.
"Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato se stesso per me". La croce appare alla fede come il sommo dell'amore di Cristo e dell'amore che noi possiamo dare a lui. In questa fede essi erano pieni di speranza e di gioia.
La loro speranza era non la ricompensa, ma il martirio: speravano che Gesù li avrebbe sostenuti fino alla morte e avrebbe permesso loro di offrire la vita con un amore senza limiti. Il pensiero di imitarlo dando la vita per gli altri era fonte di grande esultanza.
Per commentare il loro martirio si potrebbero prendere le parole della lettera di Pietro: "Rendete conto della speranza che è in voi con dolcezza e rispetto". Dall'alto della sua croce Paolo Miki continuava a predicare Cristo e a testimoniare la sua speranza. Diceva ai presenti: "Io sono giapponese come voi, non sono uno straniero ed è a causa della mia fede in Cristo che sono condannato. Nella situazione estrema in cui mi trovo potete credere alla mia sincerità. Non ho nessuna voglia di ingannarvi e vi dichiaro che non c'è via di salvezza se non nella fede in Cristo". E continuava, manifestando che la fede e la speranza gli riempivano il cuore di intensa carità: "Cristo vuole che perdoniamo a chi ci fa del male e preghiamo per loro. Io dunque perdono a tutti quelli che hanno contribuito alla nostra morte e auguro loro di convertirsi, perché anch'essi si salvino".
E anche tutti i suoi compagni sorridevano e cantavano preghiere dall'alto della croce.
Possiamo pensare che talvolta è più difficile essere gioiosi nelle circostanze ordinarie della vita che in quelle straordinarie, nelle quali la grazia sostiene in maniera speciale. Ma abbiamo altri esempi a illuminare la vita quotidiana. E' a proposito della sua vita quotidiana che san Paolo dice: "Sono crocifisso con Cristo e non son più io che vivo, ma Cristo vive in me". La croce di Cristo illuminava le sue numerose, e niente affatto gloriose, difficoltà di ogni giorno: egli stesso parla di tribolazioni umilianti.
Ma nella fede egli ne vedeva il senso di profonda unione a Gesù, ed era lieto nella speranza, paziente nella tribolazione e insegnava questa via di gioia ai cristiani.
Domandiamo al Signore di farci giungere alla stessa unione vitale con lui che vediamo nella vita di questi martiri e di tanti santi.
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Antifona d'ingresso
Esultano in cielo le anime dei santi,
che hanno seguito le orme di Cristo;
per suo amore hanno effuso il proprio sangue,
ora con Cristo gioiscono per sempre.
Oppure:
Hanno effuso per il Signore il loro sangue:
hanno amato Cristo nella vita,
lo hanno imitato nella morte;
per questo hanno meritato la corona trionfale.
Colletta
O Dio, forza di tutti i santi,
che hai chiamato alla gloria eterna san Paolo [Miki]
e i suoi compagni attraverso il martirio della croce,
concedi a noi, per loro intercessione,
di testimoniare con coraggio fino alla morte
la fede che professiamo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.
Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono.
Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Tutta la creazione attende la salvezza del Signore. Nell'attesa della sua venuta, presentiamo al Padre le necessità della Chiesa e del mondo. Preghiamo insieme dicendo:
Rinnova, Signore, la tua alleanza con noi.
- Con la scienza e la tecnica, o Signore, doni all'uomo possibilità di dominare il mondo. Aiuta i responsabili della società a servire, non a distruggere l'umanità. Preghiamo:
- I tuoi miracoli indicano che sei venuto a redimere il mondo e preparare una nuova creazione. Fa' che la tua chiesa porti sempre agli uomini la gioia della salvezza. Preghiamo:
- Nonostante il progresso, gli uomini son spesso inquieti, soli e infelici. Attirali a te, Signore, perché possano sperimentare il potere benefico della tua compassione. Preghiamo:
- Sei venuto tra noi come uomo buono e amico attento. Aiutaci, Signore, a non vivere con indifferenza, accanto a chi soffre. Preghiamo:
- Ti si può trovare ovunque, ma sei reale e vivo nel tabernacolo. Fa', o Signore, che le nostre chiese siano un luogo privilegiato per l'incontro con te. Preghiamo:
- Per gli operatori sanitari.
- Per chi sente la vocazione alla preghiera.
O Dio eterno, presente nella creazione e ancor più nella redenzione, fà che accogliamo con gratitudine i doni che ci hai elargito e siamo solerti collaboratori della tua opera nel mondo. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Preghiera sulle offerte
Accogli, Padre santo,
i doni che ti presentiamo nella memoria
dei santi martiri Paolo [Miki] e compagni
e concedi a noi, tuoi fedeli,
di perseverare nella confessione del tuo nome.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
«Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle prove
e io preparo per voi un regno
perché mangiate e beviate alla mia mensa», dice il Signore. (Lc 22,28-30)
Oppure:
Traboccante è il premio dei santi presso Dio:
morti per Cristo, vivranno in eterno.
Preghiera dopo la comunione
O Dio, che nei tuoi santi martiri
ci hai dato mirabili testimoni del mistero della croce,
concedi che, rinvigoriti dalla comunione a questo sacrificio,
aderiamo con piena fedeltà a Cristo
e operiamo, nella Chiesa, per la salvezza di tutti.
Per Cristo nostro Signore.
Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 05-02-2024)
Commento su Mc 6, 53-56
Come vivere questa Parola?
In queste poche righe, l'evangelista Marco mette in evidenza l'incontro della gente con Ges? attraverso i 5 sensi: "la gente subito lo riconobbe", "udivano dove egli si trovasse", "lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello". L'incontro con il Signore non ? qualcosa di astratto: passa sempre attraverso un'es ... (continua)
don Carlo Occelli (Omelia del 05-02-2024)
Commento al Vangelo 5 febbraio 2024
... (continua)
don Domenico Bruno (Omelia del 05-02-2024)
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SE QUESTO SERVIZIO AL VANGELO CREDI SIA U ... (continua)
? bello immaginare che questa gente sia stata evangelizzata dall'indemoniato guarito. Dopo il fatto dei demoni mandati da Ges? nel branco di porci e precipitati nel burrone l gadareni avevamo mandato via Ges?. L'indemoniato guarito invece aveva chiesto di seguirlo ma Ges? gli aveva chiesto di restare in quei territori, e Gadara e Gennesaret sono vicine, a te ... (continua)
don Carlo Occelli (Omelia del 06-02-2023)
Commento al Vangelo 6 febbraio 2023
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don Nicola Salsa (Omelia del 06-02-2023)
Chi lo toccava, veniva salvato (Mc 6,53-56)
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don Carlo Occelli (Omelia del 07-02-2022)
Commento al Vangelo 7 febbraio 2022
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Monaci Benedettini Silvestrini (Omelia del 07-02-2022)
Guarigioni a Gennesaret
"E l? dove giungeva, in villaggi o citt? o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccavano venivano salvati". Nel Vangelo di oggi emerge ancora questo dettaglio molto interessante che ci collega perfettamente al gesto dell'emorroissa che, quasi disperatamente, ha cercato a ... (continua)
don Nicola Salsa (Omelia del 07-02-2022)
Andavano per stare con lui (Mc 6,53-56)
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don Alessandro Farano (Omelia del 07-02-2022)
Luned? - V settimana del Tempo Ordinario - Anno C - Commento al Vangelo
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don Carlo Occelli (Omelia del 08-02-2021)
Commento al Vangelo 8 febbraio 2021
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don Domenico Bruno (Omelia del 08-02-2021)
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don Marco Scandelli (Omelia del 08-02-2021)
#2minutiDiVangelo Luned? 5 T.O. La Chiesa: "mantello di Cristo" che infonde forza e speranza
Commento al Vangelo del Luned? della V settimana del Tempo Ordinario - a cura di don Marco Scandelli
#2minutiDiVangelo
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Mc 6 53-56
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Ma capite la fede di questa gente: capite che noi siamo qui dopo duemila anni a chiederci se davvero Ges? camminava sulle acque o moltiplicava i pani, mentre questa gente si avvicinava a lui nemmeno con la ... (continua)
don Nicola Salsa (Omelia del 08-02-2021)
Riconoscere di essere malati (Mc 6,53-56)
... (continua)
Sai riconoscere l'Amore? - Video commento su Mc 6,53-56
... (continua)
Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 11-02-2019)
Commento su Sal 103
?Benedici il Signore, anima mia! Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maest? e di splendore, avvolto di luce come di un manto?
Salmo 103 (104)
Come vivere questa Parola?
Queste bellissime espressioni del salmo 103 dicono il commosso stupore di chi, di fronte alle meraviglie del creato, non ha l'anima opaca e insabbiata nell'indifferentism ... (continua)
Paolo Curtaz (Omelia del 09-02-2015)
Almeno il lembo del mantello. Cos? gli ammalati cercano di toccare Ges?, di sfiorarlo per poter guarire. Certo: c'? molta superstizione e un briciolo di malsana magia in questo atteggiamento ma anche una fede enorme. La fede di chi intravvede, al di l? della possibile guarigione, un'attenzione mai ricevuta in un mondo che considerava gli ammalati dei maledet ... (continua)
Paolo Curtaz (Omelia del 10-02-2014)
Almeno la frangia del mantello. Agli ammalati basta toccare quella. Si accontentano di poco, tanta ? la loro sofferenza e disperazione. Solo chi ? stato toccato dalla malattia sa quanta disperazione pu? spingere una persona a trovare una soluzione. Solo la frangia. Ges? ha compassione di loro, lo ha dimostrato con la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Div ... (continua)
Casa di Preghiera San Biagio FMA (Omelia del 00-00-0000)
Commento su Mc 6, 56
"E dovunque giungeva, in villaggi o citt? o campagne, ponevano gli infermi nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano."
Mc 6, 56
Come vivere questa Parola?
E continua anche oggi la realt? che l'evangelista comunica pi? volte nel suo Vangelo: le folle accorrono attorno al Maestro. La sua ... (continua)