Grado della Celebrazione: Feria Colore liturgico: Verde DO215 ;
Abbiamo visto ieri come san Paolo augurava ai Tessalonicesi il dono divino del progresso nell'amore e nella santità: "Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell'amore". Questo dono divino va accolto attivamente e perciò è la lettura di oggi l'Apostolo invita i suoi cristiani a vivere in conformità con la grazia che ricevono continuamente.
Possiamo notare che la sua esortazione è permeata di meravigliosa delicatezza, una delicatezza che purtroppo la traduzione del lezionario non consente di apprezzare adeguatamente. Infatti il lezionario dice:
"Fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù", il che suggerisce da parte dell'Apostolo una viva preoccupazione di fronte a una situazione di grave necessità: non si supplica se non c'è un bisogno urgente. Invece Paolo non ha scritto "vi supplichiamo", ma semplicemente: "vi chiediamo e preghiamo", parole che lasciano intravedere un animo tranquillo. il seguito della lettera conferma pienamente la tranquillità dell'apostolo, perché dice: "Avete appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così già vi comportate" (la parola usata da Paolo letteralmente è"camminare", una parola dinamica): "Avete appreso da noi come camminare in modo da piacere a Dio e così già camminate": siete in cammino, andate avanti. Quindi san Paolo riconosce che i Tessalonicesi sono sulla buona via e che progrediscono.
Il comportamento cristiano non è regolato da leggi astratte, ma viene dettato dal desiderio di piacere a una persona, cioè a Dio stesso. Questo dà un orientamento molto diverso: non conformarsi a una legge, ma cercare di piacere a una persona. È molto diverso.
Che cosa chiede allora Paolo? "Vi chiediamo e preghiamo dice letteralmente di "abbondare" di più". Già in precedenza aveva scritto: "Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell'amore": è una grazia desiderata. A questa grazia bisogna corrispondere con un comportamento adeguato; si tratta allora di "abbondare di più". Questi termini sono molto caratteristici della mente e dell'animo di Paolo, che ha un temperamento dinamico e vuole quindi comunicare questo dinamismo ai suoi cristiani.
Effettivamente l'ideale cristiano non è evitare il peccato per sfuggire al castigo; è invece quello di progredire continuamente in una vita di fede e di amore. Chi cerca soltanto di evitare il peccato, si trova in un'atmosfera piuttosto deprimente, negativa e rischia molto di cadere, perché fissare l'attenzione soltanto sui peccati da evitare aumenta piuttosto la tentazione. Chi invece si preoccupa di andare avanti, di progredire, in modo positivo, evita senza pensarci il peccato, ne è preservato grazie al dinamismo della sua vita spirituale.
San Paolo poi insiste sulla santificazione. Abbiamo già visto che non separa mai carità e santità: l'amore cristiano è un amore santo, la santità cristiana è santità di amore. E in questo passo mette l'accento su un aspetto importante della santificazione cristiana, cioè la castità: "Questa è la volontà di Dio scrive la vostra santificazione: che vi asteniate dall'immoralità sessuale, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto".
San Paolo è realista nel suo apostolato; sa che l'immoralità sessuale è una tentazione forte, perché l'istinto sessuale ha una potenza tremenda. Per chi vive nella ricerca della propria felicità, la tentazione è quasi insuperabile; invece chi cerca di progredire nell'amore generoso normalmente supera questo genere di tentazione, che in fondo è una tentazione di egoismo particolare. E san Paolo insiste che l'immoralità sessuale non è compatibile con la relazione autentica con il Signore:
"La volontà di Dio è la vostra santificazione: che vi asteniate dall'immoralità sessuale". I cristiani non possono vivere da pagani, che non conoscono Dio; debbono avere rispetto per il proprio corpo e mantenerlo nella santità. E un atteggiamento molto positivo: non si tratta di una paura del sesso, ma di un rispetto del corpo e quindi di un uso del sesso che sia compatibile con la vocazione cristiana, con l'amore generoso, e non con la ricerca sfrenata del piacere.
"Dio dice Paolo non ci ha chiamati all'impurità, ma alla santificazione". Se Dio ci ha chiamati, ci dà la grazia, quindi possiamo vincere, dobbiamo vincere le tentazioni, possiamo avere la mentalità dei vincitori, una mentalità allegra, gioiosa, per niente triste o preoccupata.
Dio ci ha chiamati alla santificazione, perché abbiamo una relazione personale con lui: Dio è santo e ci vuole santi per la pienezza della nostra gioia. il messaggio di Paolo è esigente, però è un messaggio che ci guida alla pienezza della gioia.
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Antifona d'ingresso
Signore, tendi l'orecchio, rispondimi.
Tu, mio Dio, salva il tuo servo, che in te confida.
Pietà di me, o Signore, a te grido tutto il giorno. (Sal 85,1-3)
Colletta
O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,
concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi
e desiderare ciò che prometti,
perché tra le vicende del mondo
là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
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Prima lettura
1Ts 4,1-8
Questa è volontà di Dio, la vostra santificazione.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più.
Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impurità, che ciascuno di voi sappia trattare il proprio corpo con santità e rispetto, senza lasciarsi dominare dalla passione, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno in questo campo offenda o inganni il proprio fratello, perché il Signore punisce tutte queste cose, come vi abbiamo già detto e ribadito.
Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo santo Spirito.
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Odiate il male, voi che amate il Signore:
egli custodisce la vita dei suoi fedeli,
li libererà dalle mani dei malvagi.
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.
Canto al Vangelo (Lc 21,36)
Alleluia, alleluia.
Vegliate in ogni momento pregando,
perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.
Alleluia.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Il cristiano è colui che sa vegliare nel cuore della notte in attesa dello Sposo. Preghiamo il Signore perché ci aiuti a riconoscerlo ogni volta che egli ci visita con la sua grazia, dicendo:
Ascoltaci, o Signore.
Perché tutti gli uomini si impegnino con passione e tenacia a trasformare il mondo, secondo il compito che Dio ha lor affidato. Preghiamo:
Perché i cristiani valorizzino il corpo come strumento di amore e di comunione interpersonale, e non di piacere egoistico. Preghiamo:
Perché tutti coloro che vivono senza radici e senza meta, si sentano accolti da quel Dio che attende chi non è atteso da nessuno. Preghiamo:
Perché i cristiani non si vergognino della croce di Cristo, ma la accettino come una sorgente di speranza e di pace. Preghiamo:
Perché, nella preghiera, non cerchiamo di piegare Dio ai nostri bisogni, ma siamo sempre aperti a capire la sua volontà. Preghiamo:
Per i monasteri di clausura.
Perché rinnoviamo ogni giorno la nostra adesione a Cristo.
Dio di ogni bontà, che hai disposto ogni cosa per la felicità e il bene dei tuoi figli, liberaci da tutto ciò che ci impedisce di incontrarci ogni giorno con te. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Preghiera sulle offerte
O Signore, che ti sei acquistato
una moltitudine di figli
con l'unico e perfetto sacrificio di Cristo,
concedi a noi, nella tua Chiesa,
il dono dell'unità e della pace.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
Con il frutto delle tue opere si sazia la terra, o Signore;
tu trai il cibo dalla terra:
vino che allieta il cuore dell'uomo,
pane che sostiene il suo cuore. (Cf. Sal 103, 13-15)
Oppure:
«Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
ha la vita eterna
e io lo risusciterò nell'ultimo giorno»,
dice il Signore. (Gv 6,54)
Preghiera dopo la comunione
Porta a compimento in noi, o Signore,
l'opera risanatrice della tua misericordia
e fa' che, interiormente rinnovati,
possiamo piacere a te in tutta la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
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