DOMENICA DI PENTECOSTE - MESSA DEL GIORNO (ANNO B)
Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: Rosso EP090B ;
Scheda Agiografica: DOMENICA DI PENTECOSTE - MESSA DEL GIORNO (ANNO B)
La splendida sequenza che recitiamo oggi, invoca lo Spirito come luce beatissima, perché i nostri cuori siano da essa illuminati e trasformati. A offrirne un efficace contesto interpretativo, la seconda lettura: Paolo invita i cristiani della Galazia a camminare secondo lo Spirito, nella novità di un’umanità tutta riorientata secondo il cuore di Dio. Lo Spirito supera fratture e negatività e colloca al di là di quanto richiede la stessa Legge: il suo frutto «è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé».
Ma è l’intera liturgia che coglie lo Spirito come dinamico operatore di novità: lo fa il Salmo 103 celebrandolo nel suo coinvolgimento nell’azione creatrice, quotidianamente rinnovata: «Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra».
Lo fa il Vangelo di Giovanni così denso di verbi orientati al futuro, e non solo dal punto di vista grammaticale. Lo Spirito darà testimonianza a Gesù, guiderà i discepoli a una pienezza di verità, annuncerà le cose che devono venire. A Lui si deve quindi quello sguardo profetico, che cerca di imparare a leggere i tempi sempre nuovi della storia nella luce del Vangelo di Gesù. A Lui si deve pure lo sguardo contemplativo, che tenacemente esplora la verità del mistero donatoci; quello che, sapendo di averne compreso solo una parte, cerca coraggiosamente ogni giorno, nella Parola, una luce più piena. La pienezza dell’esistenza credente non può che attingere, insomma, allo Spirito; per questo sempre a Lui diciamo «vieni», invocandolo come «padre dei poveri», «datore dei doni», «luce dei cuori», «consolatore perfetto», «ospite dolce dell’anima».
Il testo degli Atti degli apostoli evidenzia pure l’impatto potente dello stesso Spirito sulla vita della prima comunità, anch’essa attivata dal suo dinamismo. Il vento e il fuoco evocano gli elementi caratteristici della teofania; il forte rumore richiama l’attenzione incuriosita di molte persone presenti; la realtà cui si trovano dinanzi le costringe a porsi un interrogativo: «Come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa?». È uno stupore che pure evidenzia il ruolo dello Spirito come realtà dinamizzante, qui colta nell’orientare a una missione nel segno della prossimità. Le lingue, infatti, non sono cancellate, ma divengono spazio nel quale ognuno e ognuna può intendere «le grandi opere di Dio», proclamate in forme a lui familiari. È la figura di una comunità capace di farsi intendere da ogni uomo e ogni donna nell’annuncio del Vangelo di salvezza, imparando ad esprimerlo in parole e stili di vita prossimi a ognuno e ognuna.
Le lingue di fuoco, che si dividono, posandosi sugli apostoli, suggeriscono, del resto, l’immagine di una pluralità operata dallo stesso Spirito, proprio mentre tutti invia per la missione condivisa. Non a caso la Pentecoste viene spesso celebrata come grande festa ecumenica, come celebrazione di uno Spirito che – lo sottolinea spesso papa Francesco – è a un tempo fonte di una varietà di doni e origine della comunione tra di essi.
Sequenza
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Preghiera dei fedeli
Apriamo il nostro cuore ad accogliere il dono dello Spirito, che suscita in noi la preghiera e ci spinge ad essere attenti alle necessità e alle sofferenze di tutti gli uomini del mondo.
Preghiamo insieme e diciamo: Vieni, Spirito Santo.
1. Spirito Santo, fuoco, luce, calore, vieni in noi con forza e potenza, per diffondere a tutti i popoli il messaggio di salvezza di Gesù.
2. Spirito del Padre, che ci rivesti del suo splendore, rendici capaci di amare anche i nemici, per donare a tutti i segni della sua bontà.
3. Spirito del Figlio, che in Gesù ti sei manifestato pienamente, rendi anche noi obbedienti al Padre e sottomessi gli uni gli altri.
4. Spirito di verità, che ci sveli i segreti dell'amore divino, plasma il mondo, perché impari a lasciarsi guidare docilmente dalla tua voce e si orienti verso autentiche scelte di bene.
5. Spirito Consolatore, tu che unisci i fedeli in un solo corpo, donaci unità perfetta e continua, perché siamo in Cristo un corpo solo e un'anima sola.
6. Spirito d'amore, luce benevola del Padre, guida chi soffre ad abbandonarsi con fiducia alla tua azione consolatrice, per trovare in te conforto e speranza.
7. Spirito, dono del Cristo, anima della Chiesa, dona ai tuoi fedeli i tuoi santi doni, la forza della fede, la gioia dell'amore, il coraggio della speranza.
Esaudisci, o Signore, le nostre preghiere e, per la potenza del tuo Santo Spirito, trasforma i nostri desideri nel compimento della tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Preghiera dopo la comunione
O Dio, che doni alla tua Chiesa
la comunione ai beni del cielo,
custodisci in noi la tua grazia,
perché resti sempre vivo il dono dello Spirito Santo
che abbiamo ricevuto
e questo cibo spirituale giovi alla nostra salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
Benedizione solenne
Dio, sorgente di ogni luce,
che ha illuminato i discepoli
con l’effusione dello Spirito consolatore,
vi rallegri con la sua benedizione
e vi colmi sempre dei doni del suo Spirito. R. Amen.
Il Signore risorto
vi comunichi il fuoco dello Spirito
e vi illumini con la sua sapienza. R. Amen.
Lo Spirito Santo,
che ha riunito i popoli diversi nell’unica Chiesa,
vi renda perseveranti nella fede
e gioiosi nella speranza
fino alla visione beata nel cielo. R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio e Spirito Santo,
discenda su di voi e con voi rimanga sempre. R. Amen.
Nel congedare l’assemblea, il diacono o, se assente, lo stesso sacerdote canta o dice:
Andate in pace. Alleluia, alleluia.
Oppure:
La Messa è finita: andate in pace. Alleluia, alleluia.
Oppure:
Portate a tutti la gioia del Signore risorto.
Andate in pace. Alleluia, alleluia.
R. Rendiamo grazie a Dio. Alleluia, alleluia.
Terminato il Tempo di Pasqua, è bene portare il cero pasquale nel battistero per conservarlo con il dovuto onore, affinché dal cero acceso, durante la celebrazione del Battesimo, si accendano le candele dei battezzati.