Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde PO083 ;
Nel Vangelo di oggi ascoltiamo il discorso della sofferenza, della morte e della risurrezione di Cristo. Gesù dice ai suoi apostoli che, salito a Gerusalemme, i sommi sacerdoti e gli scribi “lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno”.
E, proprio qui, nasce la domanda: Il Salvatore doveva davvero soffrire e morire perché il mondo fosse riscattato dai suoi peccati?
Essendo Dio, poteva riscattarci senza sofferenza e senza morte. Ma ha avuto pietà di noi, che siamo destinati a soffrire e a morire per i nostri peccati. Sapeva bene, infatti, che ci avrebbe attirato a sé in questo modo, attraverso la sofferenza, per distruggere i nostri peccati. Da noi vuole solo questo: che ci abbassiamo e riconosciamo il nostro stato di peccatori. E ci grida: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime” (Mt 11,28-29).
La sofferenza di Cristo è un grande mistero, così come il suo amore per la creazione e per gli uomini, divenuti, con il battesimo, membra del suo corpo.
La sofferenza e la morte di Cristo sono ancora più grandi per il fatto che egli continua a soffrire nelle membra del suo corpo, nei suoi figli innocenti, poveri e abbandonati.
Nel sacrificio della Messa, egli si offre ogni giorno in sacrificio, per loro e per tutti noi, al Padre dei cieli.