Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde DO033 ;
Nella prima lettura di oggi c'è una frase molto densa di significato, e anche difficile da capire bene. Scrive l'autore: "Con un'unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati". il punto più notevole di questa frase è che viene adoperato per i cristiani lo stesso verbo che nei capitoli precedenti è stato applicato a Cristo stesso: "ha reso perfetti".
Mi spiego. L'autore aveva già detto che Cristo stesso
ha dovuto essere perfezionato, se si può dire: "Era ben giusto che colui, per il quale e dal quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il capo che guida alla salvezza" (2,10). Poi ha descritto le sofferenze di Cristo e ha concluso: "Così, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di Melchisedek" (5,9).
Il mistero di Cristo è il mistero di una natura umana "resa perfetta" per mezzo delle sofferenze. Se si studia il significato di questo verbo, che ci sembra strano applicato a Cristo, si vede che ha un significato sacerdotale. "Rendere perfetto" nell'Antico Testamento è adoperato soltanto per la consacrazione dei sacerdoti: si parla di rendere perfette le loro mani, affinché possano offrire a Dio il sacrificio, e le mani stanno per la totalità della persona. Cristo è stato trasformato dal suo sacrificio in modo da diventare il sacerdote, il pontefice assolutamente perfetto.
La particolarità del sacrificio di Cristo è che questa consacrazione sacerdotale non vale soltanto per lui, come nell'Antico Testamento valeva soltanto per i pontefici consacrati, ma vale anche per noi: Cristo riceve la consacrazione sacerdotale e nello stesso tempo ce la conferisce.
"Con un'unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre coloro che vengono santificati". Vuol dire che Cristo con il suo sacrificio ha reso anche noi capaci di presentarci a Dio in un gesto sacerdotale, il gesto dell'offerta. Possiamo avvicinarci a Dio in piena fiducia, possiamo entrare nel santuario più segreto, sempre grazie al sacrificio di Cristo.
In questa frase però ci sono due aspetti. Il primo è quello di una attuazione già compiuta: siamo veramente consacrati a Dio e possiamo offrire il sacrificio. D'altra parte ed è il secondo aspetto la nostra santificazione è soltanto un inizio e richiede uno sviluppo: "Ha reso perfetti coloro che vengono santificati". Riceviamo la santificazione e ogni giorno essa si sviluppa nella nostra vita, in una continuata applicazione alla nostra persona del sacrificio di Cristo, anche e specialmente nelle sofferenze, nelle tribolazioni.
Chiediamo al Signore la grazia di capire bene il privilegio di essere un popolo sacerdotale, senza nessuna barriera fra noi e il Padre celeste e, d'altra parte, di riconoscere nell'umiltà e nella verità la nostra condizione di persone in cammino, sempre bisognose di essere giustificate dal sacrificio di Cristo.