Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde DO123 ;
Gesù ci mette in guardia contro coloro che proclamandosi profeti, non trasmettono la sua parola: "Guardatevi dai falsi profeti". I falsi profeti non sono precursori di Cristo, non preparano la sua venuta, non sono servi del Buon Pastore, ma lupi rapaci, malgrado il loro travestimento. Ce ne sono molti anche ai nostri tempi, che proclamano messaggi presentandoli come messaggi di salvezza mentre sono parole che conducono alla perdizione: quelli che parlano di libertà e di morale permissiva, quelli che parlano di giustizia, ma predicano la violenza. Tutti costoro si travestono da pecore, cioè manifestano intenzioni eccellenti, ma Gesù ci avverte: "Dai loro frutti li riconoscerete". I predicatori di libertà, che proclamano l'emancipazione da ogni autorità, che pretendono di portare la vera vita e di sopprimere l'odiosa schiavitù, in realtà conducono ad un'altra schiavitù, ad esempio quella del sesso, della droga, perché il loro messaggio non è basato sul vero fondamento, che è il mistero di Cristo. I loro frutti sono frutti di morte, di degradazione. Noi dobbiamo ascoltare la voce di Cristo, che ci vuoi davvero liberi:
"Cristo ci ha liberati scrive san Paolo perché rimanessimo liberi". Non dobbiamo rinnegare l'aspirazione alla libertà che Dio stesso ha posto nel cuore dell'uomo,
ma dobbiamo essere lucidi a proposito del modo di trovare la vera libertà. Non è abbandonandosi a tutti gli istinti che si raggiunge, ma disciplinandoli per favorire l'aspirazione umana più profonda, che è l'amore vero.
I tanti profeti di giustizia proclamano di voler portare la giustizia alla nostra società, ed è evidentemente un'aspirazione ottima, ma può anche nascondere aspirazioni di lupi rapaci, che vengono per divorare e uccidere. Lo vediamo quando, in nome della giustizia, si commettono violenze di ogni genere. Dobbiamo lavorare per la giustizia con perseveranza, ma in modo coerente con l'ideale di giustizia, che si persegue non con la violenza e l'oppressione, ma con la costanza, l'impegno, la pazienza. Tutti i frutti dello Spirito conducono alla vera giustizia di Dio.
E necessario operare un discernimento, cercando sempre la via del Signore, che fa evitare gli eccessi opposti e ci dà il vero equilibrio, l'equilibrio della vita nuova, la vita del Cristo risorto, la vita di fede, in una parola.
Abramo nella prima lettura ci è presentato proprio come esempio di fede: "Abramo credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia". In questa pagina profondissima, che ha suscitato tante riflessioni di san Paolo e che lascia già intravedere tutto il mistero di Cristo e tutta la vita cristiana, vediamo insieme la speranza di Abramo, la sua fede e anche la sua adesione al mistero della carità di Dio. Abramo ascolta il Signore: "Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande". Così Dio ravviva la sua speranza, che deve superare le circostanze immediate che non lasciano spiragli verso un futuro: "Ecco, a me non hai dato una discendenza e un mio domestico sarà mio erede". Ma il Signore promette: "Non costui sarà il tuo erede, ma uno nato da te". Poi fa uscire Abramo, gli fa contemplare il cielo: "Conta le stelle, se riesci a contarle. Tale sarà la tua discendenza". Abramo crede e la sua fede lo rende giusto.
Queste parole di Dio, che immediatamente riguardano Isacco, più profondamente si riferiscono a Cristo: l'erede di Abramo è Cristo, la moltitudine dei figli di Abramo sono coloro che credono in Cristo, che saranno una cosa sola in lui, come dice san Paolo nella lettera ai Galati: "Tale sarà la tua discendenza". Le vere parole profetiche riguardano sempre Cristo.
Abramo ebbe fede nel Signore. Noi dobbiamo la parola di Cristo, che viene dai veri profeti, credere e trovare in essa la pienezza della vita. In questo testo però non è evocata soltanto la parola del Signore, ma anche la sua azione, che conclude l'alleanza. Il sacrificio misterioso, accompagnato da una manifestazione di terrore e di speranza insieme, è il segno profetico del sacrificio di Cristo, che stabilirà la nuova ed eterna alleanza. Così Abramo è già misteriosamente introdotto nel mistero di Cristo e lo sarà più profondamente ancora nel momento del sacrificio di Isacco. Abramo ascolta Dio e per la sua obbediente fede vede il giorno di Cristo e ne gioisce, come dirà Gesù nel Vangelo di Giovanni.
L'esempio di Abramo ci guida nella giusta direzione, quella della fede nella parola del Signore e del frutto dello Spirito, che trasforma la vita in modo conseguente alla fede.