Omelia (02-06-2007)
mons. Vincenzo Paglia


E' la terza volta che Gesù entra a Gerusalemme e passeggia nel tempio, divenuto ormai la sede abituale del suo insegnamento. Il tempio non è più il luogo del mercato e neppure degli affari dei singoli. Gesù l'ha purificato rendendolo lo spazio della manifestazione della Parola di Dio. In questo contesto affronta definitivamente i capi religiosi d'Israele al fine di mostrare chi è il vero pastore del popolo d'Israele. Non è a caso che i capi del popolo lo interroghino sulla sua autorità: "Con quale autorità fai queste cose?" Essi erano convinti - come noi siamo certi delle nostre idee e delle nostre abitudini – di fondare la loro autorità sulla dottrina di Mosè, ma Gesù su chi fondava la sua? Non c'è dubbio che si trattava di una questione centrale. Per certi versi è lo stesso problema che venne fuori a Nazareth nella prima predica di Gesù, ossia la questione dell'autorità del Vangelo sulla nostra vita. Sia gli abitanti di Nazareth sia i capi del popolo rifiutavano che Gesù avesse autorità su di loro: non poteva pretendere nulla da loro e tantomeno richiedere che affidassero a lui la loro vita. Ma sappiamo che è proprio in questo contesto che, fin da Nazareth e da Gerusalemme, si gioca la fede: non si tratta di convincimenti razionali, ma di affidare la propria vita a Gesù e alla sua Parola.