Omelia (28-06-2007)
mons. Vincenzo Paglia


Si chiude il discorso della montagna, il primo grande discorso di Gesù nel Vangelo di Matteo. Il confronto con queste pagine è decisivo. Dice Gesù: "Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica, può essere paragonato a un uomo saggio che costruì la sua casa sulla roccia", mentre "chi non le mette in pratica, può essere paragonato a un uomo stolto che costruì la sua casa sull'arena". L'esempio continua: venne la pioggia a dirotto, i fiumi strariparono, soffiarono i venti e si abbatterono su quelle due case; sono le tempeste della vita che tutti sperimentiamo. Ebbene, la prima casa, fondata sulla pietra, restò salda; l'altra, fondata sulla sabbia, crollò. Sono due immagini efficaci con le quali Gesù paragona gli ascoltatori del Vangelo a dei costruttori. Non si ascolta il Vangelo per una esercitazione letteraria e neppure per qualche buon sentimento. E' una parola donataci per costruire la vita su una base solida e stabile. Per questo Gesù invita ad ascoltarla e soprattutto a metterla in pratica. Ogni giorno pertanto il discepolo deve nutrirsi di questa parola per fondare la propria vita non su se stesso, sulla propria arroganza o sulle proprie convinzioni (che sono come la sabbia, inconsistenti e mutevoli). Il Vangelo è la roccia, il fondamento della nostra vita. E' parola di un maestro diverso da tutti i maestri di questo mondo. Egli insegna con l'autorità di chi ama sino a dare la sua vita per tutti.