Omelia (07-06-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Levati: preghiamo Dio oggi, domani e domani l'altro perché in queste tre notti staremo uniti a Dio; passata la terza notte vivremo come marito e moglie. Noi siamo figli di santi e non possiamo unirci alla maniera di quelli che non conoscono Dio.

Come vivere questa Parola?
Tobia e Sara, due giovani che coronano con le nozze il loro amore. Nulla di più comune. Ma ecco Tobia porre un gesto che fa riflettere: invita la giovane sposa a vivere i primi tre giorni di matrimonio in intima unione con il Signore, anzi a pregare insieme. E ne dà la motivazione: "siamo figli di santi", cioè membri del popolo che Dio stesso ha santificato e santifica con la sua presenza. Oggi possiamo dire: membri dello stesso corpo di Cristo, inseriti vitalmente in lui come il tralcio alla vite. Una realtà a cui si è fin troppo fatta l'abitudine, tanto da relegarla tranquillamente tra le "nozioni" che non hanno più alcuna incidenza sul vissuto. Ed è il dramma di tante esistenze che hanno praticamente sepolto il loro battesimo e languiscono in una vita in nulla dissimile da quella di chi non ha fede. "Noi siamo figli di santi", innestati in Cristo, chiamati ad essere nel mondo "lievito" "sale" "luce". Non si tratta di rintanarsi in un'esistenza sradicata dal contesto umano in cui siamo inseriti, ma di immetterci in esso con la consapevolezza di una Presenza che ci accompagna, anzi, con l'impegno di renderla tangibile attraverso una vita testimoniante. Un impegno che chiama in causa personalmente, ma all'interno della compagine ecclesiale, proprio per quel formare "un solo corpo in Gesù", di cui l'unione coniugale è immagine. "Levati", è necessario che ci ripetiamo l'un l'altro. Non lasciarti andare sull'onda del "tutti fanno così". Nella preghiera "assidua e concorde" ritroviamo lo slancio, il coraggio e, soprattutto, la gioia di annunciare che Dio "abita" la nostra storia, condivide il nostro cammino, ci sostiene nell'impegno di costruire una società più giusta, più solidale, più fraterna.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, visualizzo Tobia e Sara nel loro intessere relazioni coniugali aperte a Dio, nella consapevolezza del loro appartenere al popolo eletto. Ed io come incarno la fede nel mio vissuto?

Noi siamo tuo corpo, Signore. Ci hai innestati in te il giorno del battesimo, ed ora ci chiedi di vivere questa unione con coerenza e gioia. Per questo ti lodo e ti benedico, ma ti chiedo anche di sostenermi con la tua grazia perché possa rispondere a questa stupenda vocazione.

La voce di un fondatore
Diamo morte sempre all'egoismo, e cresciamo nell'amore di Dio e dei fratelli: cresca tanto Dio in noi che viva lui e non più noi, e riempiamo la terra di un esercito nuovo: un esercito di seminatori di Dio, un esercito grande, invincibile: l'esercito della carità che riporterà nelle masse umane disseccate una tale forte e soavissima vita e luce di Dio che tutto il mondo ne sarà ristorato, e ogni cosa sarà restaurata in Cristo.
S. Luigi Orione