Omelia (24-06-2007) |
don Marco Pratesi |
Farò di te una luce ardente La prima lettura (della messa del giorno) è il secondo dei quattro canti del Servo del Signore. Vi si parla di un profeta, oggetto della chiamata e dell'attenzione di Dio fin dal seno materno. Egli ha goduto di una speciale cura da parte di Dio, che ha voluto rendere la sua parola come una spada e una freccia, una parola penetrante, che entra nel vivo della carne, che colpisce da vicino e da lontano: ad essa non si sfugge comunque. La sua esistenza è totalmente posta a servizio di Dio, la sua vita è glorificare Dio, lasciar emergere e trasparire la sua bellezza. Anche per lui, come per altri profeti, ci sarà l'esperienza dell'insuccesso umano: egli ha l'impressione di aver gettato le sue forze, il suo servizio non ha avuto esito, è sfociato nel nulla. Ma no, nulla è andato perduto: Dio risponde a questa dedizione glorificandolo, "conferendogli un peso", dandogli un posto rilevante nella storia. Così egli non realizzerà solo la missione di riunire lo scampato resto fedele di Israele: la sua parola si irradierà su tutta l'umanità, sino ai confini del mondo. Se è evidente che questo testo trova la sua realizzazione ultima in Gesù, la liturgia ci invita a leggerlo in riferimento a S. Giovanni Battista. Il nome gli è attribuito da Dio (attraverso l'angelo Gabriele, Lc 1,13), e fin dal grembo egli è animato dallo Spirito per una missione di testimonianza (Lc 1,41). La sua parola colpisce e scuote, al punto che le folle accorrono da tutta la Giudea (Mt 3,5; Mc 1,5), creando un vasto movimento popolare. Non indica se stesso, non convoca intorno a sé, annunzia un altro (cf. Lc 3,16; Gv 1,26-27). Ha l'animo del piccolo, sa di non essere lo Sposo e trova la sua gioia nell'indicarlo presente (Gv 3,29-30). Farà l'esperienza del rifiuto e dell'ostilità (Lc 7,33), fino a restarne vittima (Mt 14,2-12; Mc 6,17-29). Egli però rimane colui che prepara la strada al Salvatore, è nella gloria di chi ha reso testimonianza all'Emmanuele, e rimane per sempre "una lampada che arde e risplende" (Gv 5,35). In ciascuno di questi aspetti la figura del Battista è puntualmente esemplare. In modo complementare a Maria, egli esprime le attitudini della Chiesa e del discepolo, continuamente chiamato a passare dall'attesa all'adempimento, dalla profezia al Regno (Lc 16,16). I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo. |