Omelia (24-06-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome.

Come vivere questa Parola?
La liturgia odierna ci presenta la figura di Giovanni Battista, definito l'ultimo e il più grande dei profeti, colui che è stato chiamato a preparare il popolo d'Israele all'incontro con il Signore. Giovanni fu il precursore del Messia e rese testimonianza a Cristo con la parola e con la vita.
Il versetto di Isaia scelto per la breve meditazione odierna ci propone la realtà della chiamata a realizzare una vocazione: «Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome». Nella dinamica chiamata e risposta si decide la qualità della nostra vita. La risposta è il frutto della consapevolezza di essere parte essenziale e insostituibile di un disegno più grande, in cui ciascuno ha la propria libertà in, per e con Cristo.
La celebrazione della natività di Giovanni battista ci orienta a farci una domanda: Qual è il progetto di Dio su di me a che cosa sono chiamata/o?
Vocazione è la chiamata di Dio fatta a un persona affinché essa occupi nella Chiesa e nel mondo quello spazio, quel tempo, quel particolare ministero pensati apposta per lei fin dall'eternità in cui tutte le nostre doti positive possano realizzarsi secondo un disegno d'amore, che tiene conto di ciascuno di noi singolarmente e della nostra felicità, e quindi, ogni azione è un'adesione o un rifiuto al piano di Dio.

Nella pausa contemplativa di oggi ripenserò alla vocazione che ho intrapreso, nella vita familiare, nella consacrazione, rinnoverò la fedeltà nella consapevolezza che la risposta personale non consta di eventi eclatanti, ma si dipana nella "eccezionale ordinarietà" dei tanti sì e dei tanti no che quotidianamente sono chiamato/a a dire. Nelle debolezze personali cercherò di scorgere la potenza di Dio e pregherò il Padre affinché ogni giorno possa comprendere sempre meglio il significato delle sue parole.

Come non lodarti e benedirti, Signore, per la stupenda vocazione che mi hai dato? L'hai sognata per me, perché vivendola mi realizzassi in pienezza. È bella e la amo perché "è la mia vocazione", cioè quella chiamata unica e irrepetibile che si intreccia con la chiamata alla vita. Espressione tangibile del tuo amore.

La voce di un monaco
La prima chiamata, rivolta a tutti gli uomini, è la chiamata all'esistenza, è l'esistere, e se manca da parte dell'uomo la conoscenza e la coscienza di questa vocazione primaria allora ogni vocazione personale non può essere assolutamente né percepita né compresa!
Un monaco della Chiesa d'Occidente