Omelia (02-07-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
La gente aveva finalmente trovato qualcuno su cui confidare. In tanti accorrevano a Gesù portandogli poveri, infermi e indemoniati perché fossero guariti. Quanti tramonti, a Cafarnao, divennero l'alba di un nuovo giorno per i malati! Quell'uomo che prendeva su di sé le infermità anche degli altri aveva creato clima nuovo, di festa, di speranza. E non si ferma su una sola sponda. Gesù vuole passare all'altra perché nessuno resti senza il Vangelo. Mentre sta per partire gli si avvicina uno scriba: lo chiama rispettosamente: "Maestro" e gli manifesta tutta la sua disponibilità e seguirlo. Forse pensa che basta stare un po' dietro, apprendere qualche nozione e far parte di un gruppo che offre garanzia e sicurezza. Gesù risponde subito che seguirlo vuol dire vivere come lui, ossia non avere né una casa né un luogo ove posare il capo: tutta la vita è spesa per gli altri. Lui non è venuto per cercare garanzie e sicurezze per sé o per la sua piccola cerchia. L'urgenza del Vangelo lo divora. E' in questo orizzonte che va compresa anche la risposta a chi gli chiede di andare prima a seppellire il padre. Non è questione di durezza di comportamento, bensì della assoluta priorità della scelta per il Signore. |