Omelia (13-07-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
Gesù invia i discepoli ovunque (in ogni città o borgata) e li esorta a "salutare" tutti coloro che incontrano. E' il "saluto della pace" (come scrive Lc 10, 5 nel brano corrispondente). E' un saluto di cui il mondo ha oggi ha particolarmente bisogno. L'inizio di questo secolo è segnato da violenze e da conflitti che avvelenano la vita di tanti. E' cresciuta la paura e l'insicurezza. I lupi di cui parla il Vangelo sono numerosi e sparsi ovunque; sia di persone che vivono di violenza sia della mentalità che di fatto sostiene un clima di scontro e di opposizione. Ed è facile che anche le religioni vengano piegate al conflitto. I discepoli di Gesù sono manadati in questo mondo come agnelli, ossia come uomini e donne deboli, pacifici e pacificatori. A loro è chiesto, oggi ancor più di prima, di seminare la pace, di porre gesti di pace, di difendere la pace, di sostenere gli operatori di pace. Questo non avviene senza contrasti e opposizioni. Ai discepoli è riservata la stessa via del Maestro: i nemici sono dentro e fuori, appunto come fu per Gesù. Tuttavia, nessuno sarà abbandonato: "Non preoccupatevi...lo Spirito del Padre vostro parla in voi". Ai discepoli basta essere come il loro Maestro. |