Omelia (17-07-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
Di nessuno Gesù ha parlato così a lungo come del Battista. Con una serie incalzante di domande lo presenta come il profeta che sa attendere il Signore, e ne fa l'esempio per i credenti di ogni tempo. Il Battista, con una vita austera, ha preparato anzitutto se stesso all'incontro con Dio, non si è trincerato dietro il facile orgoglio e tanto meno dietro un'autosufficienza che avrebbe anche potuto giustificare. Egli ha fatto violenza a se stesso per far crescere nel suo cuore l'uomo religioso che sa attendere Colui che il Signore invia come Salvatore. E poi con la predicazione ha cercato di aprire una via nel cuore degli uomini della sua generazione perché riconoscessero e accogliessero il Messia che Dio inviava tra gli uomini. In questo è davvero "il più grande tra i nati di donna"; un fratello unico che il Signore continua ad inviarci. Ogni generazione, anche la nostra, deve accogliere la sua testimonianza, lasciarsi cioè toccare nel profondo del proprio cuore dalla predicazione del Vangelo. La tentazione è quella di mettere continuamente le scuse più diverse ("giocare o piangere") per non lasciarsi coinvolgere dalla Parola del Signore. Come per Giovanni e per la gente del suo tempo, anche per noi, si pone il momento della scelta per Gesù. Una scelta non rinviabile per nessuno. A noi, che abbiamo ricevuto molti più doni e molte più parole e segni di quanti ne ebbero Tiro e Sidone, verrà chiesto conto di quel che ne abbiamo fatto del Vangelo. |