Omelia (21-07-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
Dopo il miracolo in sinagoga, Gesù si ritira in un luogo appartato e chiede che non si divulghi la notizia. Non è per starsene tranquillo, infatti guarisce tutti i malati che gli vengono portati. Ma non vuole apparire; non è venuto per essere lodato e ammirato, come talora i discepoli sono tentati di fare, seguendo in questo i farisei. Gesù è venuto per servire. E, con una lunga citazione di Isaia, si presenta appunto come "servo", un servo buono, umile, mite. Non vuole apparire come un forte o un potente. Non sono le azioni politiche o le imprese economiche che Gesù sceglie per salvare il mondo dal male. La sua via è più profonda: è sradicare il male dalle sue vere radici che affondano nel cuore degli uomini. Per questo "non contenderà, né griderà", non "spezzerà la canna infranta e non spegnerà il lucignolo fumigante". La sua via è sollevare con cura e con misericordia chi giace a terra, sanare con prontezza le ferite di chi è colpito, rianimare chi è lasciato nell'abbandono, chinarsi su tutti perché si realizzi la giustizia di Dio. La via del Servo è la via stessa di Dio, quella dell'abbassamento dell'amore che giunge sino a lavare i piedi, sino a morire per salvare gli altri. E' la via che Gesù indica ai discepoli di ogni tempo. |