Omelia (31-07-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
I discepoli, tornati a casa, chiedono a Gesù la spiegazione della parabola della zizzania. C'è un momento di intimità tra Gesù e i discepoli nel quale è più facile chiedere e confidarsi. Possiamo somigliare questi momenti a quelli che ogni comunità vive quando si raccoglie nella preghiera comune. Gesù è presente là dove si trovano due o tre riuniti nel suo nome. L'ascolto in comune della Parola di Dio ha un valore e una grazia tutta particolare, data appunto da questa presenza che Gesù ha assicurato. C'è pertanto una responsabilità particolare sia di chi guida la preghiera sia di chi ascolta: si realizza questa scena evangelica. Gesù, radunati i discepoli, spiega loro la parabola quasi parola per parola, immagine per immagine, perché nulla resti oscuro del Vangelo. Il seme buono e la zizzania crescono assieme, dice Gesù. Non ci sono campi separati, come in una divisione manichea, da una parte i buoni e dall'altra i cattivi. La zizzania è presente sia in ogni parte del mondo che nel cuore di ogni credente, come anche nella stessa comunità dei discepoli. Il bene e il male abitano in ciascun popolo, in ciascuna cultura, in ciascun cuore. Gesù poi si sposta al momento del giudizio. E mentre nel corso della vita c'è il momento della pazienza, al termine c'è quello della separazione. È meglio cambiare con pazienza la zizzania in seme buono lungo la vita, perché al termine arriverà inesorabile il fuoco. |