Omelia (10-07-2007)
Monaci Benedettini Silvestrini
Giacobbe lotta con Dio

Giacobbe è in viaggio verso Canaan. È preso dal timore del fratello Easù che ancora, dopo tanti anni, non accetta di essere stato derubato della benedizione paterna. Rimane solo nella notte e un uomo lotta con lui fino allo spuntar del giorno: Prima di lasciarlo chiede e ottiene la sua benedizione. Il suo antagonista, l'angelo del Signore, lo chiamerà "Israele" perché è stato forte contro Dio e contro gli uomini. Così si sente ormai sicuro di poter affrontare e calmare il risentimento del fratello... La nostra lotta con il Signore avviene quando ci sentiamo in contrasto con la sua volontà... Vorremmo che egli si piegasse ai nostri desideri e alle nostre attese... Diventeremo vittoriosi però non quando saremo riusciti a fare la nostra volontà, ma solo quando avremo piegato noi stessi, il nostro orgoglio... a ciò che Dio permette nella nostra vita. Andremo zoppi anche noi, come Giacobbe colpito nel nervo sciatico... ma avremo la certezza della benedizione del Signore e di aver superato le suggestioni di paura e di sfiducia del demonio. Avremo l'animo aperto alla confidenza nella buona novella che Gesù annunzia in tutti i villaggi portando ovunque speranza e certezza della sua presenza anche mediante gli operai della vigna che egli non le lascerà mancare...