Omelia (11-07-2007)
Monaci Benedettini Silvestrini
Benedetto di nome e di fatto

Tutta la chiesa oggi rivolge lo sguardo ai secoli passati per ricordare la figura del Patriarca dei Monaci d'Occidente, che oltre 1500 anni fa iniziò la sua missione di vita eremitica, prima, e poi cenobitica. I monasteri che si ispirano alla sua Regola si diffondono in tutta l'Europa che viene evangelizzata per opera dei monaci. Mentre l'Impero romano cadeva sotto i colpi delle invasioni dei popoli nordici, S. Benedetto istituiva i suoi monasteri dove gli stessi barbari, accolti e ammansiti, si facevano apostoli presso i loro connazionali... La lettura proposta alla nostra riflessione è tratta dai Proverbi. Il santo Patriarca l'ha talmente assimilata nella sua riflessione e nella pratica della vita, da proporla all'inizio del Prologo della sua Regola ai suoi discepoli: "Asacolta, figlio, i precetti del maestro, e inchina l'orecchio del tuo cuore... affinché tu ritorni per il lavoro di obbedienza a Colui dal quale ti eri allontanato per l'accidia della disobbedienza"... E' un cammino di ritorno a Dio quello che ci viene suggerito dal brano che abbiamo ascoltato. Ma questo cammino, ci avverte ancora S. Benedetto, non avrà alcun successo, se non è sorretto dalla sua grazia. A conferma di questo, il vangelo ci ripete: Io sono la vite e voi siete i tralci. Il tralcio non può portare alcun frutto se non è unito alla vite. S. Benedetto, per rimanere unito a Cristo, per vincere le seduzioni della carne, è stato capace di gettarsi in mezzo a un cespuglio di spine nel momento della tentazione... E noi sappiamo toglierci da tante occasioni che inariscono il cuore e tarpano le ali impedendoci di volare verso il Signore, nella ricerca e nell'adempimento della sua volontà?