Omelia (18-07-2007) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Vocazione di Mosè Mosè, lasciato l'Egitto, si ritira nel deserto dove rimane a servizio di Ietro, sacerdote di Madian, diventando anche suo genero. Si reca nel deserto fino al monte Oreb a pascolare il gregge del suocero quando nota una cosa strana: Un roveto che arde senza consumarsi. Vuole recarsi a vedere questo fenomeno, ma viene trattenuto da una voce che lo chiama per nome: Non avvicinarti... levati i sandali... poiché il suolo su cui tu stai è una terra santa... Sono il Dio dei tuoi Padri... Ho udito il grido degli Israeliti,...io stesso ho visto l'oppressione con cui gli Egiziani lo tormentano... Ora va! Io ti mando dal faraone. Fa uscire il mio popolo dall'Egitto. Mosè, dinanzi a questa proposta e missione, rimane sconcertato... Ma la voce di Dio insiste... "...quando avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su questo monte". Ogni vocazione sgomenta e getta nel turbamento... Ma come Dio ha dato certezza della riuscita a Mosè, così la dà anche a noi se sappiamo obbedire alla sua voce. Però il Signore vuole delle anime docili, pronte a fidarsi di Lui. Gesù nel breve brano evangelico ringrazia il Padre perché agli umili di cuore rivela i misteri più profondi del suo essere e della vita. Ognuno di noi ha la chiamata, la vocazione a realizzare, in noi e in quanti ci sarà concesso di incontrare nella vita, il piano della salvezza del Signore. Nulla avviene a caso come nulla è avvenuto a caso nella vita di Mosè. Sia il nostro impegno ad essere di aiuto ai fratelli nel cammino spirituale con l'esempio della vita e la testimonianza della parola. |