Omelia (15-08-2007) |
padre Gian Franco Scarpitta |
Munificentissimus Deus Il Dogma dell'Assunzione della Vergine al cielo in anima e corpo è una dottrina di fede definita come materia rivelata dalla bolla "Munificientissimus Deus" di Pio XII del 1950 nella quale si afferma che uno dei principali criteri per cui tale asserzione teologica è stata promulgata ufficialmente come verità di fede è il consenso comune dei vescovi: il pontefice nell'esaminare il Dogma aveva cioè consultato il parere di tutto l'episcopato cattolico che si era espresso in modo favorevole e questo era un motivo di per sé sufficiente a determinare che siffatto insegnamento teologico venisse riconosciuto autentico. Tale conclusione indispettisce tuttora i protestanti, poiché manca di valore ecumenico incentrando un assunto di fede nel solo parere dei vescovi e sempre da parte non cattolica si pongono non pochi rilievi intorno all'Assunzione di Maria al cielo in anima e corpo, soprattutto perché di ciò non si parla nella Sacra Scrittura. E in effetti è vero: in nessun libro della Bibbia viene riportato un episodio che narri dell'innalzamento del corpo e dell'anima di Maria alle sfere celesti e in nessun luogo viene menzionato che il corpo della Vergine sia stato preservato dalla corruzione a cui è soggetto qualsiasi cadavere vivente; tuttavia voler determinare la veridicità di una dottrina facendo riferimento alla sola lettera della Scrittura è una pretesa meschina e insignificante: non perché la Bibbia esplicitamente taccia un argomento esso è da considerarsi non veritiero e se è vero che la Scrittura nella Chiesa Cattolica assume un ruolo rilevante e merita la somma riverenza, ciò non comporta che a qualificare un dato di fede debba essere l'esclusività dei testi sacri nella loro immediatezza. Inoltre, se la Scrittura è Parola di Dio, Essa lo è nel senso reale e pieno del termine, quindi non soltanto nel suo significato esplicito ma anche nel suo senso implicito, ossia è Parola di Dio anche in riferimento a quello che essa dice implicitamente e nel suo significato reale anche se non immediatamente riscontrabile. Oltretutto se pure la Scrittura non menziona l'assunzione di Maria afferam comunque che l'elevazione del corpo di un uomo verso la volta celeste è sempre stata cosa possibile e non escludibile: " Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio fu rapito fino al terzo cielo (2 Cor 12, 2). Ma per affrontare adeguatamente il tema dell'Assunzione della Vergine al cielo anima e corpo occorrerebbe sfruttare il titolo stesso del documento pontificio sopra riportato: "Munificentissimus Deus": Dio infatti si è sempre mostrato munifico nell'elargire la sua grazia e nel dispensare il suo amore a tutti gli uomini; ha sempre mostrato somma misericordia nell'intervenire a favore dell'umanità e soprattutto molto solerte è stato il suo intervento nell'economia della salvezza attraverso l'incarnazione: Dio ci ha raggiunti facendosi uomo Egli medesimo e condividendo la nostra storia ha realizzato la sua salvezza e il suo favore per gli uomini. Egli incarnandosi ha assunto una dimensione storica per vivere da uomo in mezzo alla gente, ha deliberato di scegliere una famiglia, una cultura, un popolo. Quindi ha deciso di nascere da una donna. Ed è appunto nella scelta del grembo materno che Egli ha voluto mostrare la sua grandezza di Dio Creatore e Salvatore Onnipotente capace di toccare l'umanità fino ad annichilire se stesso al punto di farsi bambino: nel nascere da un grembo vergineo puro e immacolato Dio si è mostrato all'altezza del pieno amore sottomettendo alle intemperie dell'umanità le fragili membra di un fanciullo. Il grembo di colei che ha ospitato il Salvatore quindi è prezioso, poiché ha consapevolmente contribuito che si realizzasse per noi l'opera di incarnazione per la salvezza e non ha potuto non ottenere dei meriti la stessa fanciulla nell'esternare la propria disponibilità a che si realizzasse tale disegno di Dio a favore degli uomini. Maria infatti merita molto per essere stata colei che nella maternità divina ha contribuito notevolmente (pur senza realizzarla) la nostra redenzione e che nella sana condotta di prima redenta nonché ancella del Signore ha seguito le orme indelebili del suo stesso Verbo divino incarnato. Ora, come poteva confondersi con la terra ed essere soggetto a disgregazione il corpo prezioso di colei che aveva contribuito con tanto zelo di amore e di fede all'opera salvifica di Dio? Non sarebbe stato proprio dell'amore di Dio che si perdesse negli stessi meandri della terra il ventre verginale e puro di Maria, se è vero che nell' "eccomi sono la serva del Signore" esso è diventato luogo di comunicazione del Verbo con la storia e con la vita dell'uomo; ragion per cui è chiaro nonché scontato che esso debba essere stato custodito nella garanzia appropriata della dimensione celeste onde non poter subire corruzione alcuna. Maria inoltre è sempre stata associata al Figlio suo nella redenzione e nella lotta contro il male: dall'inizio al termine della vita publica di Gesù, Ella ha sempre lottato strenuamente in Sua compagnia per il vantaggio dell'umanità anche se la sua opera non sostituisce quella primaria e ineluttabile del Signore; è logica conseguenza quindi che nella misura in cui la Vergine si è associata nelle asperità della prova e della lotta abbia parimenti conseguito anche i traguardi e le ricompense del suo combattimento e pertanto se Gesù suo Figlio è asceso al Cielo riconquistando la sfera del divino, Maria è stata assunta al cielo. Trattandosi infatti pur sempre di una creatura umana, ella a differenza del Figlio Gesù Cristo che era asceso egli medesimo personalmente non poteva che essere elevata e innalzata nella gloria anche nella sua dimensione corporale, per meritare dei vantaggi proporzionati alle pene. Vi è da osservare in tutto questo che Dio è munifico anche nella giusta elargizione del dono, poiché dispensa le se ricompense in modo poiché non sarebbe il Dio Amoore e giustizia infinita se non ripartisse i guiderdoni e le ricompense in modo proporzionato. Ragion per cui non concedere a Maria di essere stata innalzata al cielo vuol dire smentire lo stesso valore della giustizia di Dio. Vi sono quindi moltissimi motivi per legittimare il Dogma mariano dell'Asunzione e altrettanti sono i motivi che ci spingono ad impossessarcene e ad immedesimarci in esso, riconoscendo in Maria la vera Madre del Dio di amore dal quale è stata finalmente amata con il dono della preservazione del suo corpo dalla insidie del tempo terrestre. Ciò ci cincoraggia altresì a pregare la Vergine perché la sua intercessione possa ottenerci il dono della vita divina e dell'eternità della gloria futura nella sfera celeste, alla quale tutti siamo invitati. Maria Assunta in cielo infatti non può che incutere anche a noi amore verso il divino e la sfera glorios che sempre ci attende e soprattutto essere oggetto della munificenza grande ed incommensurabile di Dio. |