Omelia (09-08-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
Gesù raduna i discepoli in un luogo appartato e si mette a parlare con loro. Ogni comunità ha bisogno di momenti come questi, non per una vuota e falsa intimità, ma per crescere nella conoscenza e nell'amore del Signore. Gesù chiede cosa dice la gente di lui; ma soprattutto vuol sapere cosa pensano i discepoli. Sapeva bene che era molto viva l'attesa del Messia, sebbene inteso come un uomo forte sia politicamente che militarmente. Avrebbe dovuto liberare il popolo d'Israele dalla schiavitù dei romani. Era un'attesa estranea alla sua missione tesa, invece, alla liberazione radicale dalla schiavitù del peccato e del male. Dopo le prime risposte Gesù va diritto al cuore dei discepoli: "Voi chi dite che io sia?" Ha bisogno che i discepoli siano in sintonia con lui, che abbiano con lui un "comune sentire". Pietro prende la parola e, rispondendo per tutti, confessa la sua fede. E riceve subito la beatitudine. Pietro, e con lui quel modesto gruppo di discepoli, fa parte di quei "piccoli" ai quali il Padre rivela le cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. E Simone, uomo come tutti, fatto di "carne e sangue", nell'incontro con Gesù riceve una nuova vocazione, un nuovo compito, un nuovo impegno: essere pietra, ossia sostegno per tanti altri, con il potere di legare nuove amicizie e di sciogliere i tanti legami di schiavitù. |