Omelia (13-08-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
Rientrando a Cafarnao, alcuni esattori si avvicinano a Pietro per capire se Gesù intende pagare la tassa prescritta per il tempio. Non si tratta del tributo a Cesare, ma di quel contributo che ogni israelita doveva dare al tempio per il suo funzionamento. Gesù, sebbene "è più grande del tempio"(12, 6), non si sottrae e ordina a Pietro di andare a pescare e di prendere dalla bocca del pesce preso con l'amo la moneta d'argento da dare al tempio. Non voleva dare scandalo, e come altre volte, Gesù non accampa diritti e privilegi che pure gli sarebbero dovuti. Vuole edificare, non scandalizzare la gente. Per questo agisce anche diversamente da quello che sarebbe logico per lui. La sua prima preoccupazione resta raccogliere e custodire la gente che il Padre gli ha affidato. L'attenzione scrupolosa che Gesù ha nell'evitare lo scandalo soprattutto dei più piccoli deve informare sempre più il parlare e l'operare dei discepoli. E' una sapienza che richiede una grande disciplina interiore soprattutto da parte chi ha responsabilità pastorali, ciascuno infatti è spinto ad agire impulsivamente e senza riflettere. Il Signore continua a mostrarci che la vera sapienza è costruire quel tempio spirituale che è la comunità cristiana. |