Omelia (23-08-2007)
mons. Vincenzo Paglia


Il Signore prepara un banchetto per tutti gli uomini, ma ognuno di noi, talora interi popoli, preoccupati solo dei nostri affari, non consideriamo l'invito che ci viene rivolto e disprezziamo i doni che ci vengono proposti. La difesa dei nostri personali interessi ad ogni costo e a qualunque prezzo, ci allontana dalla pace e dalla fraternità. E' chiara, in tal senso, la parabola del banchetto. Essa ha per protagonista un re il quale, dopo aver preparato un banchetto di nozze per il figlio, invia i suoi servi per chiamare gli invitati. Quest'ultimi, dopo aver ascoltato i servi, rifiutano l'invito. Ognuno ha il suo giusto motivo, il suo più che comprensibile da fare: chi nel proprio campo, chi in altri affari. Tutti però sono concordi nel rifiutare.
Il re tuttavia non si arrende; insiste e manda di nuovo i servi a rinnovare l'invito. Sembra di sentire l'apostolo quando dice che per il Vangelo bisogna insistere in ogni occasione sia opportuna che non opportuna. Ma questa volta gli invitati non solo disattendono la proposta del re, giungono a maltrattare e persino ad uccidere i servi. E' quanto accade ogniqualvolta il Vangelo viene annullato nelle sue esigenze o espulso dalla nostra vita. Di fronte a questa incredibile reazione il re, sdegnato, fa punire gli assassini. In verità sono essi stessi a punirsi, ossia ad escludersi dal banchetto della vita, della pace, dell'amore. Cadono così in una vita d'inferno. Il re tuttavia non dimette il suo sconfinato desiderio di raccogliere gli uomini. Manda altri servi con l'ordine di rivolgersi a tutti coloro che avrebbero incontrato nelle strade e nelle piazze, senza alcuna distinzione. Ebbene, questa volta l'invito è raccolto e la sala si riempie di commensali; il Vangelo nota che sono "buoni e cattivi". Sembra quasi che a Dio non interessi come siamo; quel che vuole è che ci siamo. In quella sala non ci sono puri e santi. Ci sono tutti. Anzi, a sentire altre pagine del Vangelo, si direbbe che si trattava di masse di poveri e di peccatori. Secondo il Vangelo tutti sono invitati e chiunque arriva è accolto; non importa se uno ha meriti o meno, e neppure se uno è a posto o no con la coscienza. In quella sala non si riesce a distinguere chi è santo e chi è peccatore, chi è puro e chi è impuro.